«Evasi solo per vedere i nostri famigliari». Il “pentimento” di Nardello e Ragona

tribunale di varese

VARESE – «Siamo pentiti. È stato un colpo di testa. Siamo evasi solo per vedere i nostri famigliari. È stato un periodo difficile. A causa del Covid le visite erano rarissime. Volevamo solo vedere i nostri famigliari». Convalidato oggi, venerdì 18 febbraio, l’arresto di Roberto Nardello e Antony Ragona, i due detenuti evasi dal carcere di Varese il 14 febbraio e arrestati nella serata di ieri, giovedì 17 febbraio a Induno Olona. Presi a distanza di 10 minuti l’uno dall’altro senza che opponessero resistenza.

L’udienza di convalida

Gli stessi Nardello e Ragona, assistiti dagli avvocati Oskar Canzoneri e Simona Varenna, dopo aver ammesso gli addebiti oggi, in sede di udienza di convalida davanti al giudice del tribunale di Varese Niccolò Bernardi, hanno spiegato il perché della fuga da film dal carcere dei Miogni. Una fuga a quanto pare non premeditata, decisa dalla sera alla mattina senza il coinvolgimento di terzi. Un colpo di testa che ha visto i due fuggiaschi messi all’angolo. Gli agenti della polizia Penitenziaria stavano per far scattare le manette già nella serata di martedì. Nardello si era presentato a casa dalla moglie che non lo aveva fatto entrare ma anzi lo aveva denunciato alle forze dell’ordine. L’uomo era riuscito a fuggire.

L’arresto

In aula sono stati sentiti gli operanti che hanno eseguito l’arresto. Ai due gli inquirenti sono arrivati seguendo i genitori di Ragona venuti a prendere il figlio. La loro posizione è al vaglio. Bisognerà approfondire se i due volessero aiutare il figlio a fuggire oppure volessero convincerlo a costituirsi. Il giudice ha convalidato l’arresto, il pm Marco Brunoldi non ha chiesto misure di custodia cautelare: i due si trovano infatti già detenuti in carcere. I difensori hanno già chiesto l’ammissione al rito abbreviato. Processo fissato ad aprile.

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