Fagnano, cognato del vicesindaco in Geasc. Forza Italia furiosa, però tace

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FAGNANO OLONA – Velluto. Come il tipo di stoffa che “fodera” i pensieri di Forza Italia per rendere morbide, quasi ovattate le parole che esprimono il dissenso sulle nomine di Geasc. Ma anche come il tessuto sul quale (visto le premesse soft delle minoranze) viaggerà l’amministrazione Baroffio. Che, se così continueranno a stare le cose, potrebbe davvero filare come un treno, incurante dell’azione di chi, a parole, annuncia guerra tra squilli di tromba dalle retrovie, ma poi si presenta in trincea con cerbottana e chicchi di riso come munizioni.

La premessa è doverosa e consequenziale al comunicato stampa (di cui riportiamo più sotto il testo integrale) sulle nomine Geasc. Testo che ha visto la sua genesi tra gli azzurri ed è poi stato firmato dall’intero gruppo consigliare. Nota ufficiale quest’ultima che segue quella dei leghisti sulla vicenda del Galfra diramata qualche giorno fa. Due argomenti sfiziosi per chi siede all’opposizione dopo (tra l’altro) aver guidato la baracca per due anni. Ma che, strada facendo, si sgonfiano di vis polemica e si gonfiano di politically correct. Perché?

Il vero motivo è il cognato

Perché la verità è che, davanti alle nomine di Geasc, le cose che ha fatto inalberare, soprattutto, i forzisti,  sono certamente l’inedita procedura utilizzata da Baroffio e il fatto che non sono stati resi chiari e oggettivi i criteri delle scelte. E mettiamoci anche il giudizio che hanno dato nella nota ufficiale al cda: ovvero si tratta di nomine politiche. Ma il dettaglio, di cui da giorni si parla apertamente nel foyer forzista, (ma che è stato taciuto nel comunicato) è che uno dei membri nominati per il consiglio di amministrazione (e che dovrebbe ricoprire la carica di presidente) è parente stretto (cognato) dell’attuale vicesindaco e assessore con delega a Geasc Simona Michelon.

Lo dico o non lo dico?

Ora, sia detto fuori dalle righe, non c’è una virgola fuori posto nelle scelte fatte per Geasc dal primo cittadino Marco Baroffio. Il quale ha valutato una decina di curriculum e poi ha “tirato” fuori per la municipalizzata le tre carte migliori “presenti” sul tavolo. «Ma – dicono molti esponenti delle opposizioni lontano dai microfoni – la cosa è quanto meno inopportuna». Ma il bello della politica fagnanese, o meglio del centrodestra locale, è che l’esercizio di essere opposizione politica viene esercitato all’interno della coalizione (era così anche ai tempi del sindaco Catelli). Tanto che, pochi minuti dopo la diffusione del comunicato, è partito il “tiro al piccione” su chi l’ha addolcito, edulcorato e infiocchettato.

Come (non) presentare una mozione

Se poi, si passa dal comunicato su Geasc alla mancanza di mozioni o interrogazioni firmate dal centrodestra nell’odg del prossimo consiglio, si scopre il vero motivo per cui Siamo Fagnano potrà dormire sonni tranquilli nei prossimi cinque anni al Castello. Infatti, si racconta, che la mancanza di mozioni non coincide con l’assenza di argomenti da portare in discussione nella prossima assise. Quelli ci sono e ci sono anche i testi dei documenti. Peccato che: al primo invio per farle registrare e depositare ufficialmente il mittente ha sbagliato l’indirizzo mail; al secondo tentativo è stata dimenticata la firma che certifica il soggetto presentate e alla terza spedizione, arrivata fuori tempo massimo, non è stato specificato se le risposte dell’amministrazione avrebbero dovute essere scritte o meno. Insomma, nel centrodestra fagnanese l’unica cosa che è cambiata rispetto a quattro mesi fa sono i posti in consiglio: non più tra i banchi di maggioranza, ma negli scranni delle minoranze. Per il resto, sono i soliti pasticci.

La nota ufficiale sulle nomine Geas

In data 19/11/021 con decreto del sindaco Baroffio, sono stati nominati i componenti del nuovo cda della Geasc.

Premettendo che la nomina del cda è di tipo sindacale, su base fiduciaria. Quindi il sindaco ha la facoltà di scegliere i componenti in totale libertà decisionale.

Premettendo che il sindaco ha dichiarato di non voler scegliere su basi politiche, ma solo su criteri di merito i candidati. Aggiungiamo l’avviso pubblico della possibilità di mandare candidature per tutti gli interessati alla partecipazione su base volontaria dei singoli.

Con questa modalità si è verificata la mancanza di volontà nel coinvolgere le opposizioni nella scelta dei componenti il cda.

A nomine fatte andiamo a vedere che la composizione del cda è fatta da due componenti espressione della maggioranza ed uno in quota alla minoranza. Ci siamo così trovati di fronte ad una cda scelto con le vecchie logiche politiche, due membri alla maggioranza ed una alle opposizioni (scelti senza dialogo e confronto).

Prendiamo in considerazione la scelta dell’avviso pubblico per la presentazione delle candidature, tutto questo sbandierando la novità di agire in trasparenza e lontano da vecchie consuetudini politiche, nonostante siano mancati qualsiasi accenno ai criteri di scelta. Conseguenza sono arrivati una decina di candidature: due vicine alla maggioranza nominati, uno presidente e l’altra consigliere, e otto di aree diverse da cui è stata scelta un candidato chiaramente delle opposizioni.

Noi riteniamo che la vera trasparenza non si manifesti facendo degli avvisi pubblici, quando in realtà si era già deciso l’assegnazione dei posti, dove è finito il rispetto per le persone che hanno mandato la candidatura, illusi di una presa in considerazione dei loro meriti ed esperienza accumulata nella gestione della cosa pubblica.

Secondo noi, non rendendo chiari i criteri di scelta si è di fatto dato adito ad una possibile presa in giro nei confronti di chi si è candidato, perché la risultanza da adito ad una scelta fatta a priori dalla presentazione dei curricula. Certo nulla era dovuto, ma se si vuole veramente dialogare per il bene del paese, non è questo ciò che noi consideriamo un modo trasparente e collaborativo di rapportarsi col nostro gruppo.