Fagnano, da candidata della Lega ad avversaria. Besana: «Farò la mia lista»

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FAGNANO OLONA – «Il nome della lista “Vivi Fagnano” l’ho ideato io e il logo nasce da una mia idea. Per questo, tramite i miei legali, diffido Lega e Forza Italia ad utilizzarli nella prossima campagna elettorale». Samuela Besana da possibile candidata del centrodestra di Fagnano è diventata la spina nel fianco di una coalizione che, dopo il caso dei messaggi vocali, avrebbe deciso di puntare su Elena Catelli. La quale, oltre a governare una polveriera, potrebbe, a questo punto, trovarsi l’ex papabile nel ruolo di avversaria e a capo di una lista. «Davvero civica – dice Besana – e che non litiga, come ho visto fare per mesi tra leghisti e forzisti, sulla spartizione dei posti e delle poltrone». Insomma quello che è stato definito il “casino dei messaggini”, deflagrato nel momento più delicato per il centrodestra locale, che al momento non ha ancora ufficializzato chi davvero guiderà l’alleanza, regala altri botti.

Non sto zitta

“Usata”. E’ questa la parole che spiega tutto. Spiega come si è sentita Samuela Besana dopo che il gioco dei veti ha affossato la sua candidatura. Spiega la delusione della leghista. E spiega anche la sua reazione e la visione del paese che l’ha spinta ad accettare «la richiesta di candidarmi. Che non ho cercato e, tengo a precisare, mi hanno fatto poco dopo l’estate. Proposta che ho accettato con impegno e determinazione. Tanto che ho lavorato anche al programma, mettendo a disposizione le mie competenze».

Sta di fatto che con il passare delle settimane, mentre scendevano le quotazioni della sua candidatura, salivano le sue perplessità: «Ho chiesto più volte di lavorare sui contenuti e sul programma. Ho anche detto ai vari referenti politici che, più che la divisione di posti e assessori, per me contava avere una squadra unita e con la voglia di lavorare per il paese. Eppure ogni volta c’era un problema di equilibri politici. A un certo punto ho anche chiesto che mi venisse detto chiaramente se il gruppo aveva ancora fiducia in me. Niente. Nessuno ha mai detto nulla». Fino al caso dei messaggini vocali, che avrebbero dovuto restare riservati e che invece sono stati spediti a più mittenti. «Insomma, hanno fatto di tutto per farmi fuori – spiega – e hanno danneggiato la mia immagine e reputazione. Che intendo tutelare».

Il dado è tratto

Forse sarebbe bastato un segnale per ricomporre quella che oggi è una frattura non più sanabile. Che non è arrivato. «Mi ha stupito il fatto che dopo la mia denuncia non ci sia stata, da parte dei partiti, una dichiarazione di indignazione per quanto accaduto. Nessuno ha provato a cercare le responsabilità per quei messaggini che non avrebbero dovuto girare. Che contenevano mie valutazioni personali e dove non attaccavo i partiti. Anzi, c’è stato un ulteriore accanimento nei confronti della mia persona». Insomma Samuela Besana ora tira dritto, poiché il passo indietro, lei dice, di averlo già fatto.

Campagna elettorale in caserma

Intanto la campagna elettorale va avanti. In paese, ma anche in nella caserma locale dei carabinieri. Avanti, infatti, vanno anche le indagini. Gli uomini dell’Arma stanno raccogliendo le testimonianza per ricostruire come sia avvenuto lo spam dei messaggi. E va avanti anche l’azione legale seguita dagli avvocati Andrea Macioci e Federica Puma del foro di Roma, che ora stanno anche valutando, insieme a Samuela Besana, un’adeguata procedura di diffida (ed eventuale richiesta di risarcimento danni) sull’eventuale utilizzo del nome e del logo. Infine va avanti anche Besana, «poiché – conclude – con un gruppo di cittadini stiamo cercando di fare una lista, davvero civica, con un solo obiettivo: quello di metterci in gioco per lavorare e migliorare Fagnano Olona. Che poi è il vero motivo per cui avevo accettato la candidatura».

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