Esposto alla Corte dei Conti contro la ferrovia Gallarate-Malpensa T2

Ferrovia malpensa gallarate esposto

MALPENSA  – «Gli scriventi chiedono quindi all’Autorità Contabile in indirizzo di accertare se sia individuabile un imprudente affidamento dei lavori in un contesto di insufficiente e/o non aggiornato quadro di valutazione dei costi e dei benefici, con conseguente danno erariale, da evitarsi mediante azione sospensiva». Si conclude così l’esposto alla Procura Corte dei Conti della Lombardia presentato dal Comitato Salviamo la Brughiera, Legambiente Gallarate, Unicomal e dal Circolo Acli di Casorate Sempione contro la realizzazione del collegamento ferroviario T2 Malpensa-Gallarate. 

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Ambiente e denaro

Le ruspe sono già in azione e terminata la bonifica bellica da alcune settimane è iniziato il taglio degli alberi lungo il percorso che collegherà con un doppio binario l’aeroporto alla linea Milano-Domodossola. Dopo aver perso il ricorso al Tar, i No Rail non si arrendono. «Attualmente siamo ai preliminari, in parte recuperabili dal punto di vista ambientale, ma proseguendo ogni danno, ambientale ed economico, sarà irreversibile», spiegano i promotori, sottolinenando che «Oltre al devastante impatto ambientale e paesaggistico e alla dubbia valenza strategica di qualche minuto in meno per raggiungere l’aeroporto è anche lo scenario economico che dovrebbe suggerire prudenza nell’avviare l’opera».

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L’esposto 

Nell’esposto le associazioni firmatarie rimarcano alcuni aspetti, come «Il mancato approfondimento degli scenari costi-benefici realizzati dal Politecnico di Milano nel quale emergevano alternative concretamente possibili, come il completamento del raccordo Y a Busto Arsizio, che risultavano nettamente molto più economiche (oltre che meno impattanti), evidenzia un approccio “poco attento” ad ottimizzare gli investimenti delle risorse pubbliche». E poi ancora «l’avvio dei lavori a prescindere dalla condizione economica e funzionale minima indispensabile», ovvero il potenziamento della linea Rfi Rho-Parabiago, l’affidamento dei lavori «al ribasso, ma con riferimento ad un piano preventivo economico di diversi anni fa», i finanziamenti disponibili dimensionati in base ai vecchi computi estimativi, («conseguentemente l’andamento dei costi potrebbe portare l’opera fuori budget») e infine la mancata valutazione economica del danno ambientale atteso e del danno al patrimonio paesaggistico rappresentano una carenza rispetto ad una corretta valutazione economica dell’investimento pubblico. «L’analisi costi benefici si è limitata agli aspetti economici e trasportistici, mentre il danno ambientale alla collettività, non valutato, è certo».

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