Fontana ricandidato, adesso più di prima

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Attilio Fontana

Jacopo Pensa, uno dei difensori di Attilio Fontana, ha sempre provato a sdrammatizzare sulla vicenda dei camici: “Per non avere guai non bisogna mai regalare niente alla Regione”. Fontana, come si sa, è piombato nel tritacarne giudiziario e mediatico proprio per una donazione: gli ormai famosi 50mila camici regalati in piena ondata Covid nel tentativo di riparare a un possibile conflitto d’interessi tra il presidente lombardo, suo cognato Andrea Dini, titolare della Dama Spa produttrice dei presidi sanitari in questione, e l’ente regionale.

Per semplificare, una vendita trasformata in regalia. Sufficiente per allertare la procura della Repubblica milanese che ha indagato Fontana, Dini e altre tre persone per frode in pubbliche forniture. Tutti prosciolti dal Gup perchè il fatto non sussiste. Ma non era affatto scontato rispetto a una vicenda attorno alla quale si sono accesi per primi i riflettori di Report, l’aggressiva trasmissione di Rai Tre che va a caccia di scandali e che fa opinione. Da lì in poi è stato un crescendo di notizie contrapposte e sorprendenti, fino ai cinque milioni (scudati) depositati su un conto Svizzero, da cui Fontana ha attinto 250mila euro per risarcire a sue spese il cognato. Soldi che il presidente ha ereditato dalla mamma, comunque oggetto di polemiche e accuse. Oltre all’immancabile inchiesta giudiziaria, sfociata anch’essa con il proscioglimento dell’indagato eccellente.

Tutto è bene quel finisce bene, potremmo dire con una frase fatta. Ma non è esattamente così: di tutto questo rimarranno le scorie, difficili da cancellare. Rimandi dei primi mesi della gestione del Covid in Lombardia, degli assalti politici e non solo che hanno colpito la giunta di Attilio Fontana, mai sopiti del tutto. E che torneranno con forza in campagna elettorale, se mai l’ex sindaco di Varese dovesse ricandidarsi. Ed ecco il punto: si ricandiderà oppure no, Fontana? La strada adesso gli si presenta in discesa, archiviati i dubbi giudiziari nessuno potrà più eccepire sul suo comportamento specchiato, almeno fino a prova contraria. Se mai avesse commesso degli errori, gli va riconosciuta la buona fede, tanto più che la Giustizia non ha nemmeno ritenuto di mandarlo a giudizio. In scia a quanto aveva già deciso l’Anticorruzione con l’archiviazione del caso.

Se qualcuno pensava di utilizzare le sue disavventura giudiziarie per delegittimarlo, ora è servito. Le velleità di candidatura di altri esponenti del centrodestra dovranno essere riposte in un cassetto, fino al prossimo giro. La decisione ultima tocca però al presidente, a nessun altro. E lui ha promesso che si esprimerà in proposito a breve. Ma quando Giancarlo Giorgetti, guru leghista, spende subito parole a suo favore e lo ricandida (“I migliori auguri per i prossimi cinque anni di sviluppo della Lombardia”) significa che, salvo variabili sempre possibili, Attilio Fontana sarà ancora della partita elettorale. Adesso più di prima.

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