Fontana sfoglia la margherita: mi ricandido o no?

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Palazzo Lombardia: Attilio Fontana si ricandida oppure no?

Ai piani alti di Palazzo Lombardia l’argomento del giorno è la possibile quanto probabile ricandidatura di Attilio Fontana alla presidenza della Regione. Manca un anno al voto, ma la questione è già in primo piano per alcune circostanze che la rendono d’attualità. La prima: le voci sulle tensioni tra lo stesso Fontana e Matteo Salvini. I due si sarebbero incontrati nei giorni scorsi proprio per discutere della ricandidatura: il segretario leghista avrebbe offerto al presidente un seggio senatoriale in cambio della sua rinuncia a partecipare alle regionali, ottenendo però un niet. La seconda circostanza: la decisione del Gup che, venerdì 13, potrebbe prosciogliere o rinviare a giudizio Attilio Fontana per la vicenda della fornitura dei camici. La terza: le spinte esterne di chi, come Fratelli d’Italia, vorrebbe un suo esponente a capo della giunta lombarda e, attenzione, le velleità di Letizia Moratti, vice di Fontana, che non si è affatto chiamata fuori da una sua eventuale candidatura alla presidenza tra dodici mesi.

Scenario complessivo che eccita i media, lesti ad accendere i riflettori sul centrodestra e sul futuro del presidente e sui motivi che bloccherebbero la sua ricandidatura. Molto gioca la decisione del Gup di Milano: rinviare a giudizio Fontana, seppure per una vicenda che suscita perplessità giuridiche e considerazioni contrapposte, significherebbe mettere una zeppa sulle scelte pre elettorali dell’ex sindaco di Varese. Un problema in più a fronte della difficile gestione dei primi mesi della pandemia che, come noto, hanno costituito una macchia nera per Palazzo Lombardia. Facile dedurre che l’impatto sull’elettorato si annunci negativo. Benché lo stesso Salvini si sia affrettato a sottolineare come, al contrario, la Regione esca a testa alta “dall’impegnativa lotta al Covid” e la Lombardia “abbia uno dei migliori sistemi sanitari e numeri d’eccellenza in tanti settori”. Tanto più, sostiene il Capitano leghista, che né Giorgia MeloniSilvio Berlusconi hanno (avrebbero) eccepito sulla riproposizione di Fontana.

Dunque? Nonostante il cicaleccio dentro e fuori il centrodestra, è prematuro trarre conclusioni. Forse qualcosa di più preciso si saprà all’indomani delle amministrative del 12 giugno, che se non rappresentano un test probante per i partiti a livello nazionale potrebbero comunque mandare utili segnali. Fermo restando la volontà di Fontana, che, a detta di alcuni osservatori, non è affatto intenzionato a passare la mano. Salvini sembra preoccupato per i sondaggi che non premiano la Lega, in Lombardia appunto penalizzata dalle circostanze a cui accennavamo. Per questo ha pensato di lanciare nella mischia candidati meno discussi, come l’attuale ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia o il senatore Gian Marco Centinaio, o, addirittura, il ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, “oggetto del desiderio” leghista in funzione Palazzo Lombardia. Giorgetti che però ha ben altri obiettivi alle viste. Che cosa succederà? L’ultima parola spetta di diritto ad Attilio Fontana, al quale la Lega non potrebbe dire di no.

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