Attilio Fontana, archiviazione a Milano. I 5,3 milioni in Svizzera risparmi di famiglia

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Attilio Fontana

MILANO – Autoriciclaggio e falso, archiviazione per il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Per il gip di Milano Natalia Imarisio non ci sono elementi sufficienti per sostenere l’accusa della Procura. La vicenda riguardava i 5,3 milioni di euro depositati su un conto a Lugano, scudati nel 2015, e in particolare sulla parte di quella somma, due milioni e mezzo, che gli inquirenti ritenevano fosse il frutto di una presunta evasione fiscale. In realtà si tratterebbe di risparmi di famiglia di vecchia data.

La “sentenza” del Gip

Si ritiene che «i concreti esiti investigativi» con «gli apporti citati dalla difesa», ossia la documentazione prodotta dai legali, portino «maggiormente» a concludere per la «esclusione» della «riconducibilità» delle «violazioni in esame» ad Attilio Fontana. Questo è quello che scrive il gip di Milano Natalia Imarisio, come lo riporta l’agenzia Ansa, nel provvedimento di archiviazione depositato oggi. La difesa del governatore ha portato elementi tali da ricondurre ai risparmi di famiglia le somme depositate sul conto UBS della madre di Fontana.

I conti correnti di famiglia

I difensori del presidente, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, avevano svolto accertamenti sui soldi della madre di Fontana, morta nel 2015, confluiti in un conto Ubs nel 2005, dopo che era stato aperto nel ’99 alla Bdg di Losanna con l’identificativo di “Axillos”. «Per la difesa, fortemente significativo della riconducibilità di tale provvista ai risalenti risparmi di famiglia (e non al reddito dell’indagato) sarebbe la coincidenza di tale nome con quello (“Assillo”) identificativo della relazione bancaria aperta presso Ubs già dal padre dell’indagato, Elio, nel lontano 1977 e chiusa nel 1997» secondo una corrispondenza bancaria del 2021, prodotta dalla difesa e «della cui genuinità la Procura stessa non dubita».

Il no alla rogatoria

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana era indagato per autoriciclaggio e falso nella “voluntary disclosure” in relazione a 5,3 milioni di euro depositati su un conto corrente in Svizzera. Di fronte alla mancata risposta della Svizzera alla richiesta di rogatoria avanzata dalla Procura, il giudice concorda con i PM Paolo Filippini e Carlo Scalas e con il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, quando «ritiene non acquisite – e non acquisibili, per quanto già esposto – risultanze sufficienti ad ipotizzare con ragionevole prognosi di condanna la riconducibilità delle violazioni in esame (anche solo in parte) ad Attilio Fontana».

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