Bisaccia (Silvestrini Sindaco): «A Gallarate serve una medicina di iniziativa»

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GALLARATE – Nel programma della candidata sindaco di centrosinistra Margherita Silvestrini (Pd) il tema della salute assume un ruolo fondamentale. Il tema viene affrontato in uno scambio di osservazioni con Michele Bisaccia, medico di famiglia e direttore sanitario del Melo di Gallarate. Diversi i temi trattati e gli spunti di approfondimento sul tema della salute: passare da una medicina di attesa a una medicina di opportunità, l’importanza strategica del medico di famiglia come consulente familiare per la salute, lo sviluppo delle Case della salute e la sinergia tra professionisti della Sanità ed Ospedale unico.

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«Da una medicina di attesa a una di opportunità»

«Il vecchio modello sanitario è quello che poggia sulla medicina di attesa che si attiva solo nel momento in cui il paziente è malato – mentre la medicina di iniziativa è una medicina preventiva che punta ad intervenire sui bisogni dei nostri pazienti – intervenendo prima, in modo da evitare che questi si ammalino», spiega Bisaccia. Che aggiunge: «Proprio perché si tratta di medicina preventiva è chiaro che il fulcro di questa medicina è la medicina territoriale e non può essere l’Ospedale: ad esso sarà sempre affidato il compito della medicina di attesa perché l’Ospedale non potrà mai fare un’azione preventiva nei confronti dei cittadini ma farà sempre un’azione di cura verso i malati. Ma se l’azione che noi vogliamo intraprendere è quella di ridurre e prevenire il numero dei malati cronici che in questo momento rappresentano il vero problema e costo della nostra sanità, l’unica possibilità di intervento è un potenziamento della medicina territoriale: il protagonista di questo cambiamento deve essere proprio il medico di famiglia».

Il medico di famiglia «protagonista»

Bisaccia posta l’attenzione sul medico di famiglia, che deve essere il protagonista di questo cambiamento. Sì, perché è «una sorta di consulente per le famiglie sulla salute: è chiaro che nell’ottica di uno sviluppo di medicina territoriale si possa pensare allo sviluppo di strutture sanitarie come le Case della salute. Sono state già ideate e realizzate in altre Regioni, dove la presenza del medico di famiglia è di primaria importanza e potrà operare all’interno o all’esterno delle stesse, coordinando – allo stesso modo – tutte le figure professionali che gravitano attorno alla medicina territoriale: l’infermiere di comunità, il fisioterapista, gli assistenti sociali». E ancora: «La maggiore aggregazione e il coordinamento tra le diverse figure professionali risulta indispensabile per offrire il migliore servizio al cittadino».

Il tema della medicina di comunità

Nel programma di Silvestrini sulla salute è presente anche il tema della “Medicina di comunità per servizi di prossimità ai cittadini”, dove l’impegno è rivolto alla possibilità di prendersi cura di sé e degli altri, sostenendo una medicina di prossimità ai cittadini, nelle case e nei quartieri, con servizi di prevenzione e tutela della salute nei luoghi di vita e favorendo la sperimentazione regolata dell’Infermiere di Quartiere, di strutturati interventi a domicilio, di ambulatori disponibili H24 e 7 giorni su 7, di service di comunità, segreterie e help desk a distanza per l’orientamento nella gestione di problemi di salute, anche importanti, ma non urgenti.

L’ospedale unico

Bisaccia interviene anche sul tema dell’ospedale unico. «È chiaro che potrebbe essere auspicabile in un futuro una struttura sanitaria d’eccellenza e che questa struttura possa rispondere allo stesso tempo, ai bisogni di due Comuni». Prosegue così: «Il problema è che questo passo andrebbe fatto solo dopo aver potenziato la medicina territoriale perché se noi ci concentriamo esclusivamente su una struttura ospedaliera andremo sempre verso una medicina di attesa, una tipologia di medicina ormai vecchia e che non può rispondere in alcun modo al momento preventivo». Non solo: «La sinergia tra le figure professionali è di fondamentale importanza: purtroppo il sentore che ho in questo momento è che oggi si dia più importanza agli edifici rispetto alle persone che occupano quegli stessi edifici. Per cui credo che il problema non sia quello di trovare una nuova struttura dove posizionare l’ospedale, ma sia quello di organizzare chi lavora all’interno dell’ospedale stesso».

L’organizzazione per le Case di salute

Simile il ragionamento per le Case di salute: «Il fattore determinante prima di pensare alla struttura è quello di organizzare chi andrà a lavorarci dentro come medici di famiglia, infermieri di comunità e altri. Senza andare a stravolgere il ruolo – che rimane centrale e di grande aiuto – del medico di famiglia è indispensabile interpretarlo sempre di più come consulente familiare per la tutela della salute. Io e i miei colleghi lo abbiamo vissuto e sperimentato – soprattutto in questo periodo di pandemia – dove le notizie provengono da qualsiasi ambito e generano spesso molta confusione. Credo infatti che il nostro ruolo sia sempre stato quello di portare chiarezza e dare dei suggerimenti. Più che offrire informazioni, di cui oggi siamo sommersi, dobbiamo offrire soluzioni».

M24 TV – Silvestrini: «Sì alla Casa della Salute di Gallarate, no all’ospedale unico»

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