GALLARATE – Nel corso degli anni i cassonetti destinati alla raccolta di indumenti, abiti e scarpe usati sono diventati una sorta di discariche a cielo aperto a Gallarate. Una situazione che l’amministrazione comunale non vuole più tollerare. Ecco perché ha deciso di non rinnovare le convenzioni con le varie associazioni che si occupano del riciclo dei vestiti e, di conseguenza, rimuovere i 29 contenitori che oggi sono dislocati in giro per la città.
I disagi
L’utilizzo errato dei cassonetti ha raggiunto e superato ogni limite. Colpa degli avventori più incivili che, invece di utilizzare i contenitori per donare i vestiti usati, li «considerano cassonetti per la raccolta dei rifiuti», dice l’assessore Sandro Rech (Ambiente). Insomma, troppo spesso si è arrivati all’accumulo. Con il degrado che ha preso il sopravvento in alcuni punti, causando ben più di un disagio legato anche all’igiene pubblica. Da qui la necessità a prendere provvedimenti, soprattutto considerando che non risulta sempre possibile intervenire in tempi rapidi per risolvere il problema.
Via i cassonetti. Tranne alla discarica
Negli anni erano state promosse, attraverso alcune convenzioni, rapporti di partnership e di integrazione di servizi con le organizzazioni che già operano nel settore. Per una gestione integrata pubblico-privato per la raccolta di indumenti e scarpe usati. Ma la situazione ora cambia e «una volta scadute le convenzioni non verranno rinnovate», sottolinea Rech. Nello specifico sono quattro gli operatori che svolgono questo tipo di servizio in città: Humana, Exodus, Città e Salute, Umanitaria Padana. Però, rassicura l’assessore, «resteranno i contenitori alle piattaforme ecologiche di via Aleardi e via per Besnate». Questo perché «lì non hanno mai dato problemi: la gente li utilizza nel modo corretto, gettando gli indumenti nei giusti cassonetti e il resto negli altri contenitori».