Gallarate, contabile infedele: via beni per 800mila euro. Perde anche la barca a vela

GALLARATE – Derubava la società per la quale lavorava: contabile gallaratese condannata a tre anni in via definitiva. Confiscati beni per oltre 800mila euro. Allo Stato anche una barca a vela di 10 metri. I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno dato esecuzione a una sentenza del Tribunale di Milano con la quale è stata disposta, tra l’altro, la confisca di tre auto, quattro moto, un quadriciclo ed una imbarcazione a vela di oltre 10 metri che, dopo essere già stati sequestrati nel corso delle indagini preliminari nei confronti dell’imputata, ora sono stati definitivamente acquisiti al patrimonio dello Stato.

Le indagini

Il provvedimento è arrivato al termine di tutti i gradi di giudizio che hanno portato alla condanna alla pena di tre anni di reclusione, adesso definitiva a seguito di pronuncia della Corte di Cassazione, di una donna residente a Gallarate che, in base alle indagini svolte nel 2019 dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Varese, aveva sottratto fraudolentemente le password di accesso ai numerosi conti correnti di una società di Varese in quota a una multinazionale tedesca leader mondiale nell’ottimizzazione dell’acqua potabile.

Password rubate

In particolare, all’epoca impiegata della società, attraverso l’alterazione del software gestionale in uso all’azienda, aveva simulato l’esecuzione di pagamenti a fornitori, sostituendo le coordinate bancarie dei legittimi destinatari dei bonifici con le sue, appropriandosi di ingenti somme di denaro proprio grazie all’alterazione del software gestionale in uso all’azienda.

Il sequestro

Al termine delle indagini preliminari consistite nella minuziosa analisi di materiale informatico, di accertamenti bancari e patrimoniali, nonché di escussione di persone informate sui fatti, la polizia economico-finanziaria aveva proceduto alla ricostruzione del volume dei proventi illecitamente accumulati dalla principale responsabile, quantificati in oltre un milione 800mila euro, che sono stati oggetto di segnalazione alla Procura di Milano nonché, per il relativo recupero a tassazione, una maggiore imposta (evasa) pari a oltre 890mila euro, ai competenti uffici finanziari.

I risultati dell’indagine condotta trasversalmente tanto sotto il profilo amministrativo-tributario quanto quello penale confermano l’impegno della Guardia di Finanza nella salvaguardia della legalità nel tessuto socio- produttivo ed a sostegno delle imprese che subiscono forme di illecito economico-finanziario in loro danno.