Gallarate, freno bipartisan sull’ospedale unico. Cassani: «Garanzie nero su bianco»

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GALLARATE – «Prima di accelerare il processo del nuovo ospedale vogliamo certezze formalizzate nero su bianco». Lo ha dichiarato il sindaco Andrea Cassani nella riunione di questa sera, 1° luglio, della commissione congiunta welfare-capigruppo che anticipa quella di settimana prossima, 7 luglio, in “tandem” con la commissione sanità di Busto Arsizio. Un intervento in linea con l’appello di Matteo Salvini nella sua visita in città, ma anche con quelli arrivati dai banchi dell’opposizione: «Il no al progetto che ci è stato presentato (inteso con l’unica ipotesi finora sul tavolo, ndr) accomuna tutti quanti. Ora da Regione e ASST ci aspettiamo rassicurazioni». E la sua sfidante alle elezioni Margherita Silvestrini (PD) alza il tiro: «Dobbiamo batterci perché già oggi il nostro ospedale possa funzionare e operare al meglio».

Il freno è bipartisan

Se Busto Arsizio vuole «correre», Gallarate tira il freno sull’ospedale unico. E lo fa in modo bipartisan. «Abbiamo convocato la commissione congiunta con Busto per far sì che Regione Lombardia venga qui e capisca che il territorio al momento vuole delle rassicurazioni. Gallarate più di Busto – chiarisce il sindaco Andrea Cassani – per ora non votiamo l’esonero dal dibattito pubblico perché prima di accelerare il processo vogliamo certezze formalizzate. Mi fa piacere capire che la visione qua dentro sia più o meno la stessa. Siamo tutti d’accordo che una nuova struttura è necessaria, ma il no al progetto che ci hanno presentato accomuna tutti quanti».

Il PD contro il progetto presentato

Cassani si riferisce all’unico progetto finora messo sulla carta, quello che, come ricorda Giovanni Pignataro (PD), «prevede una riduzione di circa il 25% dei posti letto rispetto alle attuali due strutture (da 952 a 725) e che non lascia a Gallarate nemmeno gli ambulatori». Un’ipotesi su cui il consiglio comunale di Gallarate si era già espresso in maniera molto chiara un anno fa, approvando una mozione che ha preteso garanzie per la città, a partire dal mantenimento dei posti letto. «Ovvio che a Busto quel progetto va bene – aggiunge Pignataro – non è campanilismo, ma buon senso e senso di responsabilità farsi qualche domanda in più».

Cassani chiede chiarezza

Il nuovo ospedale, aggiunge il sindaco Cassani, «è auspicabile per il nostro territorio ma questa assemblea vuole chiarezza sulla viabilità, sull’area del Sant’Antonio Abate che verrà dismessa e sui servizi da mantenere fintanto che non sarà pronta la nuova struttura. E ci sono dei fattori da tener presente, come la pandemia, il PNRR e, non ultimo, la riforma della legge 23, che è in corso e contiene novità importanti che potrebbero non dico stravolgere ma modificare il progetto. Come le case di comunità che potrebbero essere inserite all’interno del Sant’Antonio Abate. Credo sia avventato decidere prima della riforma, ma nessuno vuole sottrarsi e nessuno in maggioranza è contrario. Chiedo più serietà, perché si sta trattando della salute dei cittadini. Al momento, senza rassicurazioni importanti che non credo potranno arrivare da qui al 7 luglio, non penso si possa nemmeno portare in consiglio una votazione sul dibattito pubblico».

Le voci

Tutti allineati in aula. Dal presidente del consiglio Donato Lozito (Centro Popolare) che invoca il «no al depauperamento dei servizi» dell’attuale ospedale e chiede di «non correre». A Rocco Longobardi (Gallarate 9.9) che invoca «compensazioni importanti e garanzie forti», dato che con l’ospedale unico «Gallarate perde la sua prima azienda in città». Agli esponenti della maggioranza che rivendicano la mozione dell’anno scorso, in particolare Fratelli d’Italia che «per prima aveva sollevato la questione dei posti letto», come ha ricordato il capogruppo Giuseppe De Bernardi Martignoni, «ma anche degli accorpamenti di reparto già ai tempi dell’amministrazione Guenzani», appoggiando la linea della prudenza. «Una città da 50mila abitanti può rimanere senza ospedale, quando realtà più piccole difendono con le unghie i loro presidi sanitari?» si chiede Calogero Ceraldi (Forza Italia). Dalla Lega Corrado Canziani ricorda però che il nuovo ospedale «è un’opportunità per Gallarate» anche se è appena oltre i confini della città. Fino all’appello di Margherita Silvestrini per la situazione dell’immediato: «La miglior qualità di salute la vogliamo già oggi. Non possiamo aspettare la chimera del nuovo ospedale, il funzionamento e la sicurezza dei nostri reparti vanno garantiti oggi».

Il giallo

Fuori dalla sala consiliare del Broletto c’erano tre esponenti della lista civica Obiettivo Comune Gallarate, che avrebbero voluto assistere alla seduta. Ma sono stati lasciati fuori dalla porta. Un caso che Giovanni Pignataro (PD) ha sollevato a inizio lavori, chiedendo di poterli ammettere, visto che nell’aula oltre ai consiglieri c’erano solo due giornalisti. Ma il presidente del consiglio Donato Lozito non ha fatto deroghe: «Mi spiace ma queste sono le norme e vanno rispettate. Abbiamo invitato la stampa per dare risalto a questa seduta e abbiamo previsto la diretta streaming in modo che tutti i cittadini possano seguirla». E il sindaco Cassani ha aggiunto: «In commissione i cittadini non possono intervenire, quindi se vogliono ascoltare c’è la diretta streaming, mentre se qualcuno vuole fare campagna politica la faccia in altro modo».

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