Gallarate, il commissario di Forza Italia: «In giunta non si cambia, avanti così»

Gallarate Caliendo Forza Italia

GALLARATE – Quel che resta di Forza Italia, assessori e consiglieri comunali a faccia a faccia con il commissario della sezione provinciale Giacomo Caliendo, oggi 18 maggio, nella sede di via Venegoni. Vertice per decidere una linea dopo che il partito è stato di fatto decapitato dall’operazione giudiziaria Mensa dei poveri, che ha aperto le porte del carcere ai maggiorenti berlusconiani del Varesotto e, manco a dirlo, di Gallarate. Ragion per cui, la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini ha spedito Caliendo a Varese nel tentativo di salvare il salvabile. Primi passi nel segno della prudenza (“Devo prendere contatto con la realtà locale”), ma anche con una visione politica precisa. “Si va avanti” è l’input del commissario.

“Si va avanti” rispondono Isabella Peroni e Moreno Carù, assessori superstiti nella giunta di centrodestra guidata dal leghista Andrea Cassani. “Si va avanti” fa eco la squadra consiliare, con il capogruppo Germano Dall’Igna, Aldo Simeoni, Calogero Ceraldi, Giuseppe Lorusso, Leonardo Martucci.

“Matteo Bianchi non intende rompere l’intesa”

Si va avanti a dispetto delle condizioni poste dalla Lega, partner di Forza Italia nell’esecutivo gallaratese, colpito dai provvedimenti della magistratura che ha alzato il velo su un presunto malaffare attorno al piano di governo del territorio, così che in cella è finito, tra gli altri, l’ormai ex assessore forzista Alessandro Petrone. Da qui, nei giorni scorsi, le richieste di discontinuità della Lega, che vorrebbe un passo indietro proprio di Peroni e Carù.

Forza Italia però non ci sta, rinnova fiducia a Cassani e mette sul tavolo la disponibilità politica a continuare l’esperienza amministrativa. A Gallarate e, a maggior ragione, nella vicina Busto Arsizio, così come a Villa Recalcati. “A Roma ho avuto modo di parlare con Matteo Bianchi (segretario provincia della Lega, ndr); mi è parso di cogliere un atteggiamento di disponibilità, non certo di rottura” dice Caliendo a Malpensa24.

La posizione di Isabella Peroni: “Sapeva”

Però c’è un però che si insinua a Palazzo Borghi. E’un punto interrogativo che sfiora Isabella Peroni, responsabile delle deleghe alla Cultura e alla Pubblica Istruzione. Nulla di penalmente rilevante, molto, secondo alcuni settori della Lega, di politicamente discutibile. Lo si desume dall’ordinanza con cui la procura di Milano giustifica le richieste di misure cautelari al folto gruppo di indagati. In sintesi: Nino Caianiello parla al telefono con Isabella Peroni e la informa dell’accordo raggiunto con “l’infame”, cioè il costruttore Leonida Paggiaro che avrebbe “scontato” i 125mila euro che gli doveva Caianiello in seguito alla condanna definitiva del mullah per concussione in cambio di una corsia preferenziale a un suo intervento edilizio in città. Secondo la Lega, meglio, secondo alcuni leghisti, il fatto che l’assessora sapesse della presunta “tangente sulla tangente” la metterebbe in una posizione di debolezza. “Avrebbe dovuto informare chi di dovere” è la contestazione. Episodio sufficiente a mettere in discussione il suo operato amministrativo? Isabella Peroni è un assessore preparato, che sta ottenendo risultati e consensi. Disposto Andrea Cassani a privarsene?

Il passaggio nell’ordinanza

Isabella Peroni intercettazione

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