Gallarate, Lorusso lascia Forza Italia. «Ma resto in maggioranza»

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GALLARATE  – Forza Italia è scomparsa dalla giunta e ora perde anche una pedina in consiglio comunale. Giuseppe Lorusso, eletto nel 2016 con i berlusconiani, ha comunicato questa sera in aula, 12 giugno, la decisione di lasciare il suo gruppo di provenienza.

In tre nel Gruppo Misto

«Eviterò parole inutili che portano soltanto incomprensioni», ha sottolineato Lorusso a inizio seduta, spiegando in modo sintetico la sua decisione, inevitabile conseguenza dell’inchiesta giudiziaria “Mensa dei poveri” che ha portato in carcere l’ex assessore azzurro Alessandro Petrone e il leader indiscusso di Forza Italia a Gallarate, Nino Caianiello. Lorusso si è seduto nel Gruppo Misto ma agirà in modo autonomo rispetto agli altri due componenti, i ferrazziani.

Parole di miele

Germano Dall’Igna (FI) ha espresso parole di miele nei confronti dell’ormai ex azzurro:  «Con rammarico prendiamo atto della decisione di Lorusso. Mi ha insegnato in questi anni educazione e riservatezza, merce rara di questi tempi. La sua è una decisione che rispettiamo e auspichiamo possa rivedere in futuro». Aldo Simeoni (FI) ha voluto invece ringraziare i due assessori di Forza Italia che si sono dimessi, Moreno Carù e Isabella Peroni, «per la grande serietà e impegno, ottenendo grandi obiettivi e risultati». E ancora: «Ringraziamo il sindaco per aver accettato il nostro consiglio nominando come sostituti esponenti della società civile, mantenendo inalterato il perimetro politico della sua maggioranza. Grazie a questi presupposti non mancherà il nostro sostegno, auspicando un costante confronto tra l’esecutivo e il nostro gruppo consigliare».

Il teatrino delle apparenze

«Se uno non avesse letto i giornali non capirebbe perché oggi metà della giunta è nuova», ha attaccato dai banchi dell’opposizione Edoardo Guenzani (CèV). «Siamo al teatrino delle apparenze, e invece bisogna dire alla città il perché due bravi e competenti assessori oggi non lo sono più. Il motivo sono le note vicende giudiziarie che riguardano Forza Italia. Paolo Bonicalzi (Lega) invece non è più assessore perché ha dimostrato inefficienza ed è stato ritenuto dal sindaco inadeguato a ricoprire quel ruolo».

La nuova giunta

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La scelta del sindaco Andrea Cassani di ricorrere alla società civile per completare i tasselli mancanti dell’esecutivo è stata apprezzata anche dalle minoranze. Ma con dei distinguo. Come quelli di Giovanni Pignataro (Pd): «Arrivano i Probiviri, in un momento drammatico frutto di scelte politiche per vincere le elezioni tre anni fa con i voti di persone che hanno sporcato l’immagine di Gallarate. Sono come Cincinnato, chiamati a risollevare le sorti della città. Mi auguro mantengano la loro onestà intellettuale e indipendenza di pensiero. Ma è evidente che sono stati deprivati di deleghe importanti e questo rimpasto rischia di apparire soltanto come una bella operazione di immagine. Cassani infatti ha scelto persone brave ma il suo partito si è tenuto tutte le deleghe di peso, tra cui l’Urbanistica che, glielo ricordo con il sorriso, porta un po’ sfortuna».

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