Mozione ospedale di Gallarate, fallisce la mediazione. E il consiglio finisce a stracci

GALLARATE – In consiglio comunale finisce anche stavolta 12-13. I gruppi di opposizione compatti a favore della mozione sull’ospedale e quelli di maggioranza granitici nel votare contro. Doveva essere il consiglio della mediazione sul presente e il futuro degli ospedali (quello attuale, quello nuovo e quello che un domani sarà il “vecchio”), invece finisce a stracci, con maggioranza e opposizione che si scambiano accuse e controaccuse in aula, prima del muro contro muro al voto. Dopo che il tentativo sollecitato dal presidente del consiglio comunale Donato Lozito per arrivare ad un accordo tra la mozione dei gruppi di opposizione e l’emendamento proposto dalla maggioranza, proseguita anche ieri sera, giovedì 13 febbraio, nel corso di una lunga pausa della seduta consiliare, è approdato ad un nulla di fatto.

Intesa mancata

cassani giungta assessori lozito«In una prima fase sembrava esserci la volontà, però non siamo riusciti ancora a metabolizzare un’intesa, nonostante gli sforzi di tutti» le parole del presidente dell’assemblea Donato Lozito, che aveva invitato a «sospendere la discussione», convinto che «con più tempo nelle commissioni competenti» si sarebbe potuto arrivare ad un accordo. Ma «l’impegno» a valorizzare il sedime dell’attuale ospedale, una volta liberato, e a chiedere compensazioni a Regione Lombardia, contenuto nell’emendamento della maggioranza, per l’opposizione non è sufficiente. «Si parla di impegno – spiega il capogruppo del Pd Giovanni Pignataro – ma Gallarate deve sfruttare l’occasione dell’Accordo di Programma, che deve normare procedura e tempistica di riutilizzo aree. Se rinunciamo, perdiamo margini di negoziazione». Per le opposizioni «la realizzazione del nuovo ospedale va subordinata ad una concreta ipotesi di riqualificazione o riutilizzo del sedime di via Pastori, almeno in parte finanziata dalla Regione». Anche per «scongiurare il rischio di una nuova Legnano – il monito di Margherita Silvestrini (Pd) – una profonda ferita urbanistica nel cuore della città».

«Non vi fidate di me?»

«Mi lascia un po’ stranito che il Pd abbia scelto di arrivare allo scontro – le parole del sindaco Andrea Cassani – mi spiace perché ero tra quelli che voleva si uscisse con qualcosa di condiviso e all’unanimità. Non vi fidate del sottoscritto e di Regione, ma non è che votando la mozione si diano degli input ferrei. Regione Lombardia potrebbe anche fare ospedale senza coinvolgerci, invece ci coinvolge». Il capogruppo della Lega Stefano Deligios imputa un «eccessivo tecnicismo» alle opposizioni e rimanda alla «leva urbanistica per definire meglio il destino dell’area», mentre il capogruppo di Forza Italia Germano Dall’Igna esprime «rammarico» per la mancata “quadra”. Sul fronte opposto, l’ex sindaco Edoardo Guenzani (CèV) parla di un ordine del giorno «volitivo», per evitare che un domani la Regione non mantenga le promesse. Il “ferrazziano” Luca Carabelli replica al sindaco: «Non è questione di fiducia, ma il territorio ha il diritto di esprimere la necessità di salvaguardare le aree». Rocco Longobardi (La Nostra Gallarate 9.9) stigmatizza l’atteggiamento della maggioranza in conferenza capigruppo, «la seconda è  durata 7 minuti, in cui i proponenti della mozione hanno portato sul tavolo alcune modifiche, i proponenti  dell’emendamento invece hanno preferito solo confermare lo stesso proposto»

Scontro frontale

pd pignataro cassaniFino a che il dibattito non è tracimato in un vero e proprio scontro e scambio di accuse. Pignataro sostiene che la maggioranza partirebbe dal «presupposto che il Comune non conta niente» rispetto alle scelte dell’accordo di programma e ribadisce l’invito a votare la mozione «per il bene della città». Ma Lozito ribatte: «Non ho mai detto che il Comune non conta niente. Forse aleggia sopra questo consiglio comunale una politica e un rapporto politico che non ci aiuta». Giuseppe De Bernardi Martignoni (Fratelli d’Italia) parla di «posizione ideologica» delle opposizioni, che «non vogliono il nuovo ospedale», e accusa il PD di Gallarate di essere «asservito a quello regionale». Corrado Canziani (Lega) intravede una «strumentalizzazione». Dai banchi opposti, Carabelli punta il dito contro i toni «fuori luogo» della maggioranza e invita a «non prendere per i fondelli i cittadini», il fuoriuscito azzurro Leonardo Martucci rinfaccia a Lega e FdI di «non aver fatto proposte», mentre Silvestrini invoca il «rispetto verbale», rivolgendosi al presidente dell’assemblea. Fino al voto finale sulla mozione, che fa calare il sipario della discussione: 12 favorevoli e 13 contrari.

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