Accam, Reguzzoni: «Via i soci che non conferiscono. Busto governi la situazione»

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BUSTO ARSIZIO Paola Reguzzoni della Lega sostiene che Busto debba rompere gli indugi e governare la situazione. Gigi Farioli di Forza Italia chiede un presa condivisa “bipartisan” e rimprovera l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, poiché «con le sue parole ha dimostrato di avere la memoria corta». Valerio Mariani del PD dice di aver perso ogni speranza, parla di chiusura «dolorosa, ma inevitabile» e rincara la dose su Cattaneo e la Regione aggiungendo che «non possono voltarsi dall’altra parte». Poi c’è anche il sindaco Emanuele Antonelli, che gioca a nascondino dietro a un foglio di carta durante tutto il suo intervento per evitare di farsi riprendere. Questo in sintesi quanto accaduto durante la commissione di ieri, giovedì 13 febbraio, su Accam, dove i toni sono rimasti pacati, seppur in sala Esagonale è emersa tutta la drammaticità di una situazione che potrebbe avere conseguenze pesantissime per Busto e i 27 Comuni soci. Ma andiamo con ordine.

La relazione del presidente Bellora

Angelo Bellora, presidente del cda di Accam spiega nei dettagli l’attuale situazione dell’impianto dopo il rogo, illustra la conta dei danni e delle perdite e il quadro economico della società. Prospetta anche tutti gli scenari possibili: dalla messa in liquidazione, al default, alla possibilità della cessione ai privati fino all’ultima ipotesi, o meglio l’ultima spiaggia, cioè il tentativo di rilancio. Insomma Bellora non aggiunge nulla di più di quanto aveva già detto ai soci qualche giorno fa durante l’incontro in Accam.

Il peso di Busto

A rompere gli abituali schemi fatti di rimpalli, più o meno funzionali, ma sempre dal fiato corto, è la leghista Paola Reguzzoni, la quale invita il Comune di Busto, in quanto socio di maggioranza «a prendere in mano in maniera pesante la situazione per decidere, una volta per tutte, il futuro di impianto e società». Ovvero: «Via i soci non funzionali alla vita della società, cioè quelli che non conferiscono, riduzione della compagine societaria, con Busto che deve fare valere il peso economico e politico e iniziare a governare questa situazione. Tutto il resto sarebbe il solito tirare a campare».

E’ sorprendente la posizione della consigliera leghista, tanto che la stessa Reguzzoni aggiunge: «Dico queste cose da rappresentante di una forza politica, la Lega, che ha sempre sostenuto la chiusura dell’impianto. Busto però a questo punto assuma un atteggiamento responsabile, poiché non si può imbastire un’altra soluzione che, anziché risolvere, allunga l’agonia e aggrava il problema».

Cattaneo offende Busto e 27 Comuni soci

Valerio Mariani “firma” la resa rispetto a una posizione che il consigliere piddino ha sempre sostenuto. A volte anche non in linea con i proprio compagni di partito. Mariani, infatti, ha sempre dichiarato che Accam è una risorsa, ha sempre sostenuto posizioni contrarie alla prospettiva di chiusura dell’impianto. Ma questa volta getta la spugna e parla appunto di «chiusura dolorosa, ma forse a questo punto inevitabile».

busto mariani accam

Ma non è una resa incondizionata: «Non mi è piaciuto il comportamento dell’assessore Cattaneo. Un atteggiamento offensivo nei confronti della città di Busto e dei Comuni soci. A Cattaneo ricordo che Accam ha vissuto anche periodi  in cui si è caricata sulle spalle gestioni che da altre parti facevano acqua. Perché il problema dei rifiuti è un problema regionale e nazionale. E l’assessore regionale ora non può buttare via Accam solo perché nella logica regionale è diventato inutile. E per questo chiedo al sindaco Antonelli di reagire davanti alle sue dichiarazioni. Raffaele Cattaneo ora non può far finta che la questione di impianto e società sia un problema solo dei Comuni soci. Ha fatto bene l’assessore Farioli a chiedere che la Regione batta un colpo. Ma la risposta non può essere quella ricevuta, tanto più che l’assessore appartiene a questo territorio».

Cornuta e mazziata

Gigi Farioli ha ribadito che è tempo di prendere decisioni, ha auspicato un atteggiamento condiviso e bipartisan per affrontare la delicata situazione, ha sottolineato alcuni passaggi dell’intervento di Paola Reguzzoni, apprezzandoli e a polemizzato con Raffaele Cattaneo, «il quale ha dimostrato di avere la memoria corta, poiché si è dimenticato che fu proprio la Regione a impedire la ristrutturazione di Accam, che avrebbe trasformato la società. Una decisione che venne imposta nel momento in cui eravamo ormai vicini al revamping e alla trasformazione dell’attività di Accam. Non solo, ma Busto ha sempre fatto la sua parte. Anzi qualcosa di più quando salvò Provincia e Regione da una grave sanzione europea. Per questo oggi la nostra città non può giocare una partita da “cornuto, mazziato e bastonato“. Tutti i soci avranno un danno. Ma noi, non dimentichiamolo, siamo socio di maggioranza, di una società in fallimento e con sulle spalle un terreno non bonificato».

busto gigi farioli accam

Il battibecco a volto coperto

Il sindaco Antonelli ha ribadito di aver «sempre difeso e di continuare a difendere Accam», ha parlato di come una la società con 27 Comuni non è mai riuscita a tenere una posizione lineare, «poiché cambiava ogni volta che mutava la composizione politica dei Comuni soci» e ha battibeccato (a volto coperto), su questo passaggio, con il consigliere Mariani.

Infine ha difeso l’assessore Cattaneo, il quale «ha dato la colpa a chi doveva darla e ha detto ciò che tutti noi sapevamo già. L’assessore ha ragione: la Regione non è Pantalone».

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