Ospedale di Gallarate, nel vertice pre-Bertolaso si scaldano gli animi 

GALLARATE - Domani alle 16 tornerà a Gallarate l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso per spiegare in che modo

GALLARATE – Domani alle 16 tornerà a Gallarate l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso per spiegare in che modo eviterà la chiusura del reparto di Cardiologia. Ma il tavolo politico a porte chiuse convocato oggi 29 maggio in Comune, alla presenza di esponenti di maggioranza e opposizione a vari livelli, chiederà all’esponente della giunta Fontana ulteriori garanzie. «Abbiamo trovato l’accordo unanime sul fatto che vada monitorato e salvaguardato al massimo il livello di offerta sanitaria e sociosanitaria del Sant’Antonio Abate», recita la nota diramata al termine dell’incontro, a tratti accalorato e dove, nonostante l’intesa raggiunta, non sono mancati i distinguo. 

Programmazione e rassicurazioni 

Continua la nota: «Accogliamo con favore la visita dell’assessore Bertolaso che ci spiegherà come intende mantenere aperta la Cardiologia, consapevoli però che non bisogna correre soltanto dietro alle situazioni emergenziali come questa. La città di Gallarate invoca rassicurazioni più complessive anche per gli altri servizi offerti e vuole essere costantemente aggiornata sulla programmazione sanitaria da qui all’apertura del nuovo ospedale unico con Busto Arsizio». All’incontro, promosso dal consigliere regionale Luca Ferrazzi (Lista Moratti), non sono voluti mancare altri colleghi al Pirellone (Samuele Astuti per il Pd, Giuseppe Licata per Italia Viva e Giuseppe De Bernardi Martignoni per FdI), l’assessore alla Cultura di Regione Lombardia Francesca Caruso, il sindaco Andrea Cassani, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione e anche segretari politici, come l’ex primo cittadino Nicola Mucci (Forza Italia) e Donato Lozito (Centro popolare). «E ciascuno dei presenti, per il ruolo che ricopre, intende svolgere un ruolo di vigilanza a vari livelli». 

Cureresti tuo figlio a Gallarate? 

In altre parole, la politica gallaratese chiederà di arrivare in tempi brevi alla firma dell’accordo di programma perché consentirà di avere tempi certi (sette anni) per l’apertura del nuovo polo ospedaliero di Beata Giuliana. Con un orizzonte temporale sicuro – è questa la convinzione – si ritene più facile poter calendarizzare il lungo periodo di transizione dal vecchio al nuovo nosocomio mantenendo in città un livello dignitoso di cura e assistenza. Perché che il Sant’Antonio Abate abbia raggiunto ormai livelli drammatici ne sono tutti consapevoli, come dimostrano alcuni commenti carpiti fuori dalla porta quando gli animi si sono accesi. Frasi del tipo: «Ma tu ti cureresti ancora a Gallarate? Porteresti tuo figlio?». O ancora: «Se il mandato politico dato all’attuale dirigenza è di chiudere l’ospedale di Gallarate lo si dica apertamente». Infine: «Ma si può chiamare ancora ospedale una struttura senza più il reparto di Medicina e con una Chirurgia con tanti problemi?». E’ proprio a queste domande che Bertolaso è chiamato a dare una risposta domani. 

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