Gallarate, «L’ospedale deve sopravvivere». Mozione del Pd in Regione

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Da sinistra: Silvestrini, Pignataro, Astuti, Zambon, Lauricella

GALLARATE – Ospedale di Gallarate: il Partito Democratico tiene la barra dritta e porta uno dei temi più delicati – e discussi – nelle stanze del Pirellone. Lo fa con una mozione urgente, già presentata all’ultimo consiglio regionale che verrà però discussa martedì prossimo (27 giugno). Otto punti che «vanno oltre la fase emergenziale che stiamo vivendo», spiega il consigliere regionale dem Samuele Astuti. «Abbiamo bisogno che il presidio sopravviva e torni a erogare servizi importanti per la comunità».

Come salvaguardare l’ospedale?

Gli obiettivi inseriti nel documento sono stati illustrati oggi, 21 giugno, di fronte al “vecchio” ospedale in largo Boito. Con Astuti, erano presenti i consiglieri gallaratesi del Pd: Margherita Silvestrini, Giovanni Pignataro, Anna Zambon e Carmelo Lauricella.

Neanche una settimana dopo il consiglio comunale dedicato alla crisi sanitaria in città, i dem accelerano: «Con gli impegni votati in aula – quelli della maggioranza – l’obiettivo è salvaguardare l’ospedale e monitorare i problemi ormai noti», le parole di Silvestrini. Per farlo «pensiamo che sia necessario spingerci oltre e arrivare in Regione». Priorità è «dare ascolto a tutte le istanze sollevate nelle ultime settimane. Perché al centro dell’attenzione c’è sempre il nostro ospedale».
Così Pignataro: «Con la mozione arriviamo nella sede competente, che non ha riconosciuto l’urgenza del documento e l’ha rimandato a settimana prossima. Ma era un’emergenza già un anno e mezzo fa. Quando abbiamo iniziato a denunciare e a cercare risposte concrete». E ha aggiunto: «Nella mozione vengono riprese tutte le richieste presentate dalla maggioranza di Gallarate. Crediamo quindi che sarà votata all’unanimità anche in Regione».

Le richieste della mozione

Ecco gli otto punti presentati dal Pd, rivolti alla giunta regionale e in particolare all’assessore al welfare Guido Bertolaso.

1. Intervenire con azioni concrete e tempestive — al di là della soluzione emergenziale messa in atto per il reparto di cardiologia – per rimediare alle gravi criticità che presentano i servizi sanitari erogati dal presidio ospedaliero Sant’Antonio Abate e, in particolare, per reintegrare in numero adeguato il personale sanitario medico e infermieristico allo scopo di garantire un’offerta di prestazioni e un livello di accesso alla sanità pubblica nel territorio di Gallarate appropriato a garantire il benessere dei cittadini, con particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione;

2. Avviare un’immediata revisione del piano organizzativo dell’ASST Valle Olona dandone evidenza al Consiglio regionale e alle Amministrazioni Locali interessate e indicando tempi e modalità per l’attuazione di un intervento di medio-lungo termine che possa garantire la salvaguardia delle risorse e dell’operatività del Sant’ Antonio Abate e conseguentemente di tutti i presidi afferenti alla stessa azienda ospedaliera;

3. Assicurare all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie dell’ASST Valle Olona il percorso DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance): accoglienza per l’assistenza medica avanzata e la cura delle persone disabili, dando piena attuazione a quanto previsto dalla In 22/2021;

4. Avviare una progettazione di rilancio del Sant’ Antonio Abate condivisa con il personale sanitario in servizio, che tuteli i reali bisogni del territorio, garantendo i servizi essenziali, inclusi quelli ambulatoriali;

5. Valorizzare il capitale umano in servizio presso l’ASST Valle Olona adottando tutti gli strumenti utili, compresi quelli economici;

6. Impegnare l’ASST Valle Olona alla stipula di convenzioni con le Università sedi della Facoltà di Medicina e Chirurgia al fine di poter inserire gli specializzandi in affiancamento all’organico in servizio;

7. Fornire un’informazione continua e puntuale sulla reale situazione dei servizi sanitari erogati dall’ASST Valle Olona, sulle modalità di accesso e sul loro utilizzo attraverso report bimestrali da inoltrare all’attenzione della commissione sanità;

8. Riconoscere lo stato d’emergenza in cui versa il Sant’Antonio Abate, attuando quindi ogni azione ed investimento necessari a garantirne il funzionamento e il rilancio.

Le case di comunità

Proprio stasera, 21 giugno, Astuti sarà a Busto Arsizio per affrontare il tema delle case di comunità. Ammettendo che «ci sono dei ritardi per la loro implementazione. Non solo per la Valle Olona ma in tutta la Lombardia». E ha anticipato che «nei prossimi giorni chiederò un incontro ai nuovi direttori dei distretti sanitari, per un confronto e per capire come rendere le case di comunità più appetibili e più vicine ai cittadini».

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