GALLARATE – Il popolo che una settimana fa ha manifestato davanti al Sant’Antonio Abate di Gallarate si è ridato appuntamento questa sera, 15 giugno, in consiglio comunale, dedicato alla doppia mozione sull’ospedale. Ma la discussione è durata soltanto 40 minuti: il presidente dell’assise Marco Colombo è stato costretto a sospendere la seduta per cinque minuti e andare direttamente tra il pubblico a placare gli animi (foto in alto).
Manifestazione strumentale
Ad accendere la miccia il consigliere comunale – e regionale – Giuseppe De Bernardi Martignoni (Fratelli d’Italia) che ha definito la fiaccolata di giovedì scorso una «manifestazione strumentale». Ecco perché il suo partito ha deciso di disertarla, «ma ciò non significa che non mi occupo dell’ospedale. Le storture della sanità lombarda ci sono da tempo, il Pd si è accorto del problema gli ultimi 20 giorni strumentalizzando a piene mani i comitati».
L’intervento del sindaco
Piena così la platea di Palazzo Broletto non si vedeva dal 2019, quando il terremoto politico-giudiziario di Mensa dei poveri irruppe in città con arresti eccellenti. Un segno evidente che il lento declino del nosocomio tocca da vicino non soltanto Gallarate ma tutto il circondario.
Come ha sottolineato il sindaco Andrea Cassani durante le comunicazioni iniziali, anticipando di fatto la discussione sulla crisi sanitaria, sono arrivati questa sera anche da Carnago, Cardano, Cassano, Somma e Samarate per seguire i lavori dell’aula. Ma secondo il primo cittadino, proprio come una settimana fa, tanta mobilitazione ha una matrice precisa: «È evidente come qualcuno sobilli e faccia disinformazione, perché tanti che hanno partecipato alla manifestazione ignoravano i motivi per cui i promotori l’hanno organizzata. Nessuno ha in mente di chiudere il nostro ospedale prima del tempo, ma è un tema che va affrontato con serietà e responsabilità. La mancanza di medici e operatori sanitari è un problema che riguarda tutta Italia e anche l’Europa».
Cardiologia e ospedale unico
Cassani ha ribadito che per il territorio il nuovo ospedale unico è la soluzione («Bisogna fare di tutto per arrivare alla firma dell’accordo di programma il prima possibile») e che bisogna mettere da parte i campanilismi perché «in tema sanitario non esistono». E ha aggiunto: «Ha senso avere due cardiologie così vicine?». Una domanda che si è posto, dice, dopo aver parlato coi professionisti della sanità, perché costringendo i medici di Busto a fare i turni su Gallarate per tenere aperto il reparto si sta creando un ulteriore disagio professionale che rischia di creare «un effetto a catena». Ovvero che i cardiologi fuggano anche da Busto?
L’ospedale sta chiudendo
Immediata la risposta di Giovanni Pignataro (Pd): «Comunico il mio sconcerto nel sentire dire che la situazione di Gallarate è la stessa che altrove. Il sindaco vada al Cup a prenotarsi una visita e si accorgerebbe delle corbellerie che ha detto». E ha aggiunto: «La cardiologia è il cuore di un ospedale, se cade fa crollare l’intera struttura. E l’ospedale di Gallarate sta chiudendo nei fatti perché è una crisi peculiare, non generalizzata. Nessuno ha sobillato i manifestanti e nessuno ha soluzioni semplici, ma questo consiglio può dare voce alle esigenze dei cittadini».
Se Massimo Gnocchi (Ocg) ha ribadito la propria contrarietà all’ospedale unico, Cesare Coppe (Città è Vita) ha detto che tra i duemila partecipanti alla fiaccolata si sarebbe aspettato di vedere la fascia tricolore. «Cercavano una rappresentanza istituzionale, e se non c’è qualcuno prova a colmare quel vuoto. Non è strumentalizzazione, ma provare a farsi portavoce delle istanze dei cittadini».
Cassani ha risposto che nessuno nega la crisi dell’ospedale di Gallarate, che non ha partecipato alla manifestazione per motivi famigliari ma non per questo non sta seguendo da vicino la questione. Guarda il video: