Pd in presidio: «Salviamo l’ospedale di Gallarate. Pronto soccorso al collasso»

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GALLARATE – Il tema sanitario resta al centro dell’agenda politica del Partito democratico di Gallarate. Al termine di una lunga campagna elettorale in cui ha ripetuto la contrarietà del centrosinistra alla realizzazione del nuovo ospedale unico con Busto Arsizio, ora il primo partito di opposizione in città ha organizzato un presidio davanti al Sant’Antonio Abate per chiedere a Regione Lombardia di intervenire contro il depotenziamento della struttura esistente e dei servizi offerti. La manifestazione si svolgerà sabato 20 novembre dalle 10.30 davanti all’ingresso di via Pastori.

Tre richieste

«Vuoi salvare l’ospedale Sant’Antonio Abate?». Così si intitola l’iniziativa politica del Pd. Come spiega il consigliere Anna Zambon, sono tre le richieste rivolte a Regione Lombardia. La prima: «Valorizzare il presidio ospedaliero di Gallarate ripristinando i servizi dismessi e i reparti chiusi, fornendo risorse specialistiche e tecnologiche coerenti con il fabbisogno  e risolvendo in modo strutturale e definitivo la criticità del pronto soccorso il cui funzionamento è oggi al collasso». E ancora: «Sostenere il mantenimento in Gallarate di un presidio ospedaliero che possa  rappresentare un centro competente e professionalmente qualificato di riferimento per il territorio e in grado di rispondere alle esigenze sanitarie complesse delle persone con patologie croniche, con disabilità e con un quadro clinico complesso». Infine: «Sviluppare un’offerta territoriale che affiancata da un presidio ospedaliero efficiente e pluri-professionale garantisca la realizzazione di una medicina di prossimità».

Le denunce del Pd

Sono anni che il Pd denuncia pubblicamente i problemi all’interno del presidio ospedaliero gallaratese. Lo disse già nel 2018 il consigliere regionale Samuele Astuti in una conferenza stampa organizzata davanti allo storico ingresso di largo Boito: «Il Pronto soccorso è al collasso, i reparti in sofferenza, il personale è carente e anche i pazienti cominciano, se possono, a valutare soluzioni alternative». Da allora nulla è cambiato, anzi il quadro è persino peggiorato. Durante l’ultima campagna elettorale fu invece il consigliere comunale Margherita Silvestrini con l’ex primario Francesco Zaro a fare luce sulla dismissione dei reparti, con la Pediatria trasferita a Busto Arsizio, così come l’Urologia e il reparto di Otorinolaringoiatria. «Sta chiudendo anche l’Oncologia e lo tsunami Covid ha portato alla chiusura di 53 letti di Riabilitazione: parliamo di mille persone l’anno ricoverate con degenza media e di indice di complessità da reparto per acuti».

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