Tutela dell’Arno a Gallarate, Prociv in prima linea. Orlandi: «Controlli costanti»

GALLARATE – Il monitoraggio costante dei torrenti Arno – conosciuto come Arnetta a Gallarate – e Sorgiorile per contenere le esondazioni e garantirne la manutenzione. Ma anche il pronto intervento in caso di forti rovesci che causano la caduta delle piante, minando la sicurezza dei cittadini. E ancora: i rischi antropici e un occhio ai sottopassi che ciclicamente fanno i conti con allagamenti e disagi. In sintesi: Protezione civile. I volontari sono sempre presenti, anche senza farsi notare. Perché il loro obiettivo non è apparire, ma essere un punto di riferimento marmoreo che si traduce in cieca fiducia. Lo dicono i fatti, riportati nella relazione firmata dal coordinatore della squadra locale Pietro Orlandi ed esposta all’ultima Commissione Sicurezza.

Il monitoraggio dei torrenti

Fra le attività più ricorrenti, la supervisione al torrente Arno. Questo per monitorare «le criticità e intervenire per tempo, anche preventivamente», scrive Orlandi nel report. Lo stesso vale per il Sorgiorile: «Sono state approntate modifiche e ripristini per scongiurare altre esondazioni. Le griglie nell’alveo vengono sempre tenute sotto controlli in caso di forti temporali, per scongiurarne l’intasamento e quindi la tracimazione delle acque». Motivo per cui sono state individuate delle barriere anti-alluvione. Sempre all’interno del Sorgiorile, uno dei principali problemi riguarda «i rifiuti urbani che vengono gettati da residenti o passanti». E così è per «lo scarico da parte dei frontisti di scarti di erba o siepe tagliati nelle loro proprietà: intasano le griglie facendo salire il livello delle acque in maniera preoccupante». Senza dimenticare che il torrente «è ridotto ormai a un canale scolmatore: riceve le acque di scolo e per questo diventa un problema. E non al momento del rovescio, ma circa un’ora dopo, quando le acque si raccolgono e confluiscono nell’alveo».

I temporali, sottopassi, rischi antropici

Ci sono poi gli interventi in caso di violenti temporali e di correnti d’aria. Infatti, «determinano un altro problema, relativo alla caduta di piante che possono mettere in pericolo sia l’incolumità dei passanti che le abitazioni». Uno degli episodi riportati riguarda la chiusura della 336 da parte della polizia stradale, di fronte al cimitero di Arnate, per permettere alla Prociv di intervenire per rimuovere parte di una pianta, a rischio caduta, in autostrada. Fino alla questione sottopassi: «Sono stati dotati di sensori che, in caso di allagamento, rilanciano l’allerta direttamente sul cellulare della Prociv con un messaggio. Il monitoraggio delle situazioni considerate a rischio, ci permette di intervenire il più delle volte a colpo sicuro». Fino al contributo ai rischi antropici, presente in tutte le realtà. Un esempio: «Durante l’incendio alla ditta Gallazzi, siamo andati in supporto alla popolazione. Altro onere a noi in capo è il censimento dei dipendenti presenti al momento dell’incidente, ma l’evacuazione della popolazione non si è resa necessaria».

La squadra

Ad oggi, il team è composto da 17 unità, tra cui figure specializzate sia per l’indirizzo professionale che formativo. A disposizione hanno quattro mezzi: «Quest’amministrazione ha sempre avuto un occhio di riguardo verso il gruppo e il suo operato», riporta il coordinatore. «Dotandolo di un cospicuo capitolo di spesa ed uno per le riparazioni correnti e per i rifornimenti delle attrezzature a motore».
Tra gli strumenti, il gruppo è dotato di una body cam per documentare tutti gli interventi: «Ma solo i video più importanti vengono tenuti in archivio. A ogni operazione, viene redatto un rapporto di servizio cartaceo che viene tenuto in segreteria per le necessità».

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