Gallarate avvia le procedure per la restituzione del 10% di stipendio di sindaci e assessori 

Gallarate restituzione stipendi giunta

GALLARATE – «A seguito dell’ispezione, e sulla base degli esiti dei pareri legali richiesti, con note in data 27 aprile 2022 sono state attivate le procedure di recupero delle quote di indennità contestate». Con questa comunicazione, apparsa sul sito istituzionale del Comune di Gallarate nella sezione “Amministrazione trasparente”, i funzionari comunicano di aver avviato l’iter per la restituzione del 10 per cento di stipendio per gli ultimi due sindaci e 14 assessori che si sono succeduti negli ultimi anni. 

Il secondo parere legale 

Il caso, emerso lo scorso febbraio (LEGGI QUI), sembra ora arrivato a un dunque con il secondo parere legale richiesto dai funzionari a seguito dei rilievi emersi dall’ispezione dell’Ispettorato Generale di Finanza che ha contestato all’Ente l’«irregolare quantificazione, a partire dall’anno 2000, delle indennità di carica degli amministratori comunali». Per un errore, dunque, ai politici che hanno ricoperto incarichi amministrativi è stata data una quota del 10 per cento superiore a quanto dovuto. Non può trattarsi di una colpa imputabile ai politici, perché le loro indennità non se le scelgono ma dipendono da atti firmati da dirigenti e validati dai revisori dei conti. Ma sono loro ora dover pagare il conto. 

In 16 coinvolti 

Il problema nasce nel 2008, all’epoca della seconda giunta Mucci, ma sindaco e assessori di allora sono salvi perché la loro posizione è prescritta. Sembrerebbero salvi anche gli assessori della giunta Guenzani perché a inizio mandato rinunciarono volontariamente al 20 per cento degli emolumenti. Il secondo parere legale, firmato dall’avvocato Alessandra Bazzani di Milano, ritiene che, «alla luce della giurisprudenza della materia, la oggettiva messa a disposizione dell’Ente delle somme in questione possa essere tenuta in considerazione in occasione della ripetizione delle somme indebitamente erogate nei termini esposti nel parere». L’ex sindaco Edoardo Guenzani dovrà restituire soltanto una quota dell’indennità di fine mandato, mentre sono coinvolti in toto l’attuale primo cittadino Andrea Cassani, gli assessori e i presidenti del consiglio comunale che si sono succeduti dalla sua prima elezione nel 2016. Si stima un totale complessivo pari a circa 110mila euro.

C’è incompatibilità? 

Il parele legale parla chiaro anche sui profili di incompatibilità: «Incorrono in una fattispecie di incompatibilità di cui all’art. 63, c. 1, n. 6 TUEL gli Amministratori comunali che il Comune costituirà in mora per il pagamento dell’indebito in questione». E ancora: «Ancorché sia astrattamente dilazionabile il pagamento dei debiti derivanti da indennità corrisposte nella misura superiore a quella dovuta, ciò costituisce solamente una modalità di pagamento, che non fa venire meno la posizione di “debitore” da cui dipende la causa di incompatibilità di cui all’art. 63, c. 1, n. 6 TUEL, che verrebbe meno solo con l’estinzione totale del debito». In pratica se gli amministratori ancora in carica pagano tutto e subito, possono restare al loro posto. Se rateizzano il debito o, ancora peggio, si oppongono, rischiano di dover abbandonare la loro carica. 

I documenti 

Il secondo parere legale, così come tutti i documenti relativi all’ispezione del Mef, sono stati pubblicati sul sito soltanto ora che sono state avviate le procedure di recupero delle quote di indennità contestate. Nonostante le insistenze delle opposizioni, in particolare di Massimo Gnocchi (Ocg), i dirigenti avevano ritenuto che fino all’avvio di questo passaggio dovessero rimanere riservati. Come già reso noto nei giorni scorsi, nelle prossime settimane saranno oggetto di un ampio dibattito in sede di Commissione.

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