Gallarate, Amnesty International al fianco dei Sinti: «Pronti a intervenire»

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GALLARATE –  Caso Sinti: interviene Amnesty International.  «Amnesty International Lombardia segue da mesi la situazione di 22 famiglie sinti che il 26 novembre 2018  hanno subito lo sgombero forzato dal loro campo di Gallarate di via Lazzaretto, dove risultavano  regolarmente residenti da oltre un decennio. Nel 2007, infatti, gli abitanti del campo avevano vinto un ricorso al Tar che confermava il loro diritto di  soggiorno in quell’area, determinando che venisse attrezzato e convalidandone la residenza», si legge nella nota divulgata dall’associazione a tutela dei diritti umani.

«Gallarate contro la Corte Europea per i Diritti Umani»

«Nonostante quella pronuncia positiva, l’attuale sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ha giustificato lo sgombero per occupazione abusiva e per il mancato pagamento delle utenze per il consumo di gas, debito  che ammonta a 18mila euro, per il quale l’avvocato Pietro Romano, legale delle famiglie, aveva però già  negoziato pagamenti rateali, in presenza dello stesso sindaco e del comandante dei vigili – continua il comunicato di Amnesty – Durante le operazioni di sgombero sono stati distrutti un luogo di culto, un prefabbricato adibito a doposcuola e uno spazio riservato ad attrezzatura.  Dopo lo sgombero e scaduto al 31 gennaio il periodo di ospitalità, come disposto dal comune, in un hotel di Somma Lombardo,  le 22 famiglie avevano trovato sistemazione in via  Aleardi, territorio di proprietà della Curia, che avevano già occupato negli anni ‘70. Il 25 marzo, però, sono state allontanate anche da qui e sono adesso costrette a  spostarsi da un parcheggio all’altro di Gallarate. Solo 5 famiglie, infatti, hanno ottenuto un alloggio popolare in  via emergenziale che dovranno lasciare entro il 30 settembre». L’avvocato Pietro Romano «Sottolinea come la vicenda sia lesiva della stabilità e dignità di queste famiglie che vivono e lavorano a  Gallarate, dove i figli, 38 i minori, frequentano regolarmente la scuola. Ciò è anche ribadito dall’ordinanza emessa dal tribunale di Busto Arsizio, lo scorso 16 gennaio – prosegue la nota –  L’ordinanza reputa “l’azione del Comune volta  unicamente a rimuovere il campo nomadi in quanto tale, optando, dopo oltre un decennio di quanto meno  “tolleranza” del campo, per la sua definitiva e irreversibile eliminazione”. La vicenda di Gallarate si pone in forte antitesi rispetto a quanto stabilisce la Corte Europea dei Diritti Umani che sottolinea “la posizione vulnerabile dei Nomadi, come minoranza etnica e culturale, e per questo ritiene  che si debba prestare una speciale considerazione ai peculiari bisogni e ai diversi stili di vita di tale specifica  minoranza”, rispettandone il domicilio, la vita privata e familiare, anche in caso di sgombero di occupazione  illegale di siti e terreni». Amnesty International, Premio Nobel per la Pace, continuerà a monitorare la situazione delle famiglie che oggi risultano senza tetto, «Raccomandando in modo particolare il rispetto dei loro diritti a garanzia di un proseguimento di vita dignitosa ed evidenziando come una sistemazione abitativa possa essere trovata, essendo disponibili, nel Comune  di Gallarate, ottantaquattro alloggi sfitti, in attesa di manutenzione».

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