Gallarate, Sinti contro Cassani: in aula il 27 ottobre la querelle da 210mila euro

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GALLARATE – Querelle Sinti-Cassani: c’è la prima data del caldo autunno giudiziario gallaratese. Il 27 ottobre alle 9.30 si aprirà la procedura di mediazione (mediatore sarà l’avvocato Teresa Vitiello) per la richiesta risarcitoria, in sede civile, avanzata dalle famiglie che vivono nell’area di via Lazzaretto nei confronti del sindaco di Gallarate Andrea Cassani. «Tengo a precisare – spiega l’avvocato Luca Bauccio, che rappresenta le famiglie Sinti gallaratesi – che la richiesta di risarcimento riguarda esclusivamente il primo cittadino. Il Comune non è chiamato in causa: non si dica che vogliamo pesare sulle tasche dei gallaratesi perché non è così. In caso di nostra ragione sarà Cassani a pagare con il proprio patrimonio personale».

Si parte con la mediazione

La vicenda è nota. In diverse occasioni il primo cittadino gallaratese aveva detto che rubare l’acqua è un reato e coloro che hanno rioccupato l’area di via Lazzaretto si sono sentiti chiamati in causa. Per questo Bauccio ha incardinato un ricorso in sede civile per diffamazione chiedendo un risarcimento per il danno patito pari a 210mila euro. «I miei assistiti non hanno precedenti per furto, non hanno procedimenti penali pendenti in corso, ma soprattutto possono dimostrare di non aver mai rubato l’acqua ai gallaratesi con tanto di foto e video», spiega il legale. Cosa succederà il 27 ottobre? «Noi saremo presenti alla mediazione – spiega Bauccio – Cassani non si sa. Se, come prevediamo, non si costituirà nei giorni immediatamente successivi al fallimento della mediazione depositeremo il ricorso in sede civile dando il via alla causa».

Il ricorso al Tar

Il 21 ottobre è stata invece fissata davanti al Tar l’udienza relativa all’impugnazione dell’ordinanza di sgombero che insiste per l’area di via Lazzaretto portata avanti sempre dall’avvocato Bauccio. «Sulla base di un provvedimento che reputiamo illegittimo abbiamo chiesto al Tar l’annullamento dell’ordinanza con sospensiva urgente – spiega il legale – Sul punto decideranno i giudici. Crediamo di avere argomenti sufficienti a dimostrare la nostra tesi. Tanto più che il sindaco Cassani, nonostante la nostra disponibilità più volte dimostrata, rifiuta di dialogare con noi per trovare una soluzione alternativa. Sbattendo così la porta in faccia a tutti: Prefetto di Varese compreso».

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