Gallarate, scontro in Commissione sulla riduzione degli stipendi dei politici

GALLARATE –  La riduzione degli stipendi dei politici che amministrano la città di Gallarate accende lo scontro nella video-commissione Bilancio convocata oggi, 11 maggio, per discutere le misure da portare in consiglio comunale per favorire la ripresa economica della città dopo il lockdown imposto dall’emergenza Covid.

Stipendi ridotti

A nome di tutta l’opposizione, Margherita Silvestrini (Pd) ha chiesto al sindaco Andrea Cassani e agli assessori di imitare gli amministratori di Samarate e rinunciare al 25 per cento della loro indennità di carica fino alla fine del 2020 per finanziare le misure a sostegno dei gallaratesi in difficoltà. Secondo i calcoli delle minoranze, si recupererebbero circa 62mila euro complessivi.

La risposta di Cassani

Cassani, ricordando che come sindaco di Gallarate guadagna 52mila lordi («e mi devo pagare avvocati e assicurazione»), ha respinto al mittente la richiesta. Ha anche svelato che, nei giorni scorsi, alcuni assessori si erano fatti avanti dicendosi disponibili a rinunciare a parte dell’indennità di carica, ma è stato lui a farli desistere: «Come cittadino ho chiesto loro di impegnarsi a fare bene gli amministratori. Gli stipendi alti in politica sono altrove». Il primo cittadino ha ricordato inoltre che ci sono consiglieri comunali che già ora, nell’anonimato, devolvono tutto ciò che guadagnano con l’attività politica in beneficenza. «Chiunque altro, a proprio piacimento, può fare altrettanto senza farsi dettare le percentuali dalle opposizioni che usano metodi grillini ritriti». La risposta di Silvestrini non si è fatta attendere («C’è chi usa le parole a sproposito: lo vediamo tutti i giorni da chi ci rappresenta»), a cui si è accodato Rocco Longobardi di Gallarate 9.9 («Lo abbiamo visto soprattutto ieri») riferendosi alle dichiarazioni di Cassani sugli assembramenti.

 Il gettone della discordia

Il sindaco è passato al contrattacco bollando come «demagogia» la proposta delle opposizioni che anche lo scorso dicembre avevano dichiarato di voler rinunciare al gettone di presenza relativo alla seduta consigliare dedicata alla mozione di sfiducia ma poi, «da quello che so, ve lo siete preso». Dapprima Silvestrini ha giudicato le parole di Cassani come «un’illazione», ma poi ha ammesso la svista («Ha ragione, ci deve perdonare») promettendo che provvederanno a correggere l’errore.

 Parliamo di 100 euro

A porre fine alla discussione ci ha pensato Giuseppe De Bernardi Martignoni (Fratelli d’Italia) che ha ridimensionato la discussione al suo vero valore economico. «Come consigliere comunale percepisco circa 800 euro all’anno. Ma al netto delle tasse e dell’assicurazione rimangono forse poco più di 100 euro, a cui volentieri io rinuncio se può essere utile. Ma è di questo che stiamo parlando: di 100 euro all’anno. Non facciamo demagogia. Per quanto riguarda gli assessori la rinuncia dev’essere una decisione personale e non perché glielo chiede l’opposizione».

Gallarate, le opposizioni rinunciano agli emolumenti. Finanzieranno la ripresa

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