Ginecologia e Ostetricia di ASST Sette Laghi al top in Italia secondo Agenas

VARESE – Il Piano Nazionale esiti conferma l’eccellenza della Ginecologia e Ostetricia di ASST Sette Laghi. L’ospedale Del Ponte è secondo in Italia per interventi di isterectomia, dietro solo al Policlinico Gemelli. «Perché siamo diventati punto di riferimento ben oltre Varese» spiega il primario Fabio Ghezzi. Inoltre sempre il Del Ponte si conferma sesto punto nascite di tutta la Lombardia (2700 parti nel 2022) e terza struttura per parti vaginali in donne con un precedente taglio cesareo, mentre anche da Tradate e Cittiglio arrivano dati confortanti. Per il commissario dell’ASST Giuseppe Micale «il territorio deve andare fiero del proprio polo materno-infantile».

I dati Agenas

Il Piano Nazionale Esiti compilato da AGENAS è uno strumento di misurazione e valutazione delle performance cliniche e assistenziali delle strutture sanitarie italiane, finalizzato al miglioramento continuo del nostro sistema sanitario. Analizzando i dati del Piano Nazionale Esiti relativi all’anno 2022, pubblicati pochi giorni orsono sul sito web dedicato, colpisce il fatto che l’Ospedale Del Ponte di Varese sia secondo solo al Policlinico Gemelli di Roma per numero di interventi di isterectomia eseguiti annualmente (n=689). L’isterectomia rappresenta, per frequenza, il secondo intervento chirurgico ginecologico, preceduto solo dal taglio cesareo. In Italia il tasso di isterectomia nelle donne tra i 40 e i 70 anni si aggira intorno al 15%. Circa il 90% delle isterectomie viene eseguito per condizioni benigne come fibromi, endometriosi o prolasso pelvico, per le quali la terapia medica è impossibile o si è dimostrata inefficace. Come è possibile che a Varese venga eseguito un numero di isterectomie superiore a tante città italiane, i cui ospedali hanno bacini d’utenza ben più grandi del Del Ponte? «Questi numeri sorprendentemente elevati non dipendono certo dal fatto che le donne varesine sono più ammalate delle connazionali, o perché si largheggia con le indicazioni all’intervento chirurgico – spiega il Prof. Fabio Ghezzi, Direttore della Ginecologia e Ostetricia della ASST dei Sette Laghi e docente all’Università dell’Insubria – la verità è che negli anni siamo diventati un centro di riferimento per la chirurgia mini-invasiva e nel nostro reparto oltre il 95% delle isterectomie è eseguito o con tecnica laparoscopica o utilizzando la via vaginale. Questo significa evitare ampie incisioni addominali, con enormi vantaggi in termini di dolore postoperatorio, di esiti estetici, di durata della degenza ospedaliera e di tempi di ripresa. L’esperienza maturata negli anni ci consente oggi di utilizzare la tecnica laparoscopica anche in casi che in mani meno esperte vengono considerati difficili ed eseguiti con l’intervento tradizionale, ad esempio in presenza di utero di grandi dimensioni o di precedenti interventi addominali o in pazienti obese. Solo centri ad alti volumi di attività chirurgica sono in grado di garantire professionalità e competenze che servono per affrontare in sicurezza anche gli interventi più complessi attraverso strumenti chirurgici di pochi millimetri di diametro. Purtroppo, il Piano Nazionale Esiti ci mostra che la maggior parte delle isterectomie in Italia avviene in strutture che eseguono meno di 50 interventi all’anno. Nella nostra realtà è invece accaduto che molti professionisti che lavorano sul territorio o in centri con minore esperienza chirurgica hanno compreso l’importanza di centralizzare i casi, per garantire a tutte le pazienti una chirurgia sempre sicura, precisa ed efficiente. Inoltre, la pubblicazione degli indicatori della qualità assistenziale come i volumi di interventi in siti web rivolti ai pazienti consente all’utenza di fare scelte informate: abbiamo donne che arrivano a Varese per essere operate da molto lontano, anche dalle regioni del Sud, perché hanno letto dei nostri altissimi volumi».

Del Ponte al top

Questo vale anche per la patologia maligna dell’apparato genitale: nel campo dell’oncologia sono robuste da anni le evidenze di associazione tra volumi di attività più alti e migliori esiti delle cure, a tal punto che sono stati stabiliti dei valori soglia per individuare le strutture in cui il bisturi viene utilizzato un numero troppo basso di volte per poter garantire un grado di esperienza sufficiente per trattare adeguatamente specifici tumori. Il Piano Nazionale Esiti indica per il Del Ponte valori ampiamente al di sopra di quelli soglia sia per il tumore uterino, sia per quello ovarico, con numeri di donne trattate annualmente di poco inferiori a quelli di reputati centri oncologici nazionali. Anche per quanto riguarda l’ambito ostetrico il Del Ponte, nonostante il bilancio demografico nazionale che dimostra un ulteriore declino nelle nascite nel 2022 rispetto all’anno precedente, si mantiene, con gli oltre 2700 parti/anno, il sesto punto nascita di Regione Lombardia. Gli indicatori del Piano Nazionale Esiti in tema di nascite vedono l’ostetricia varesina collocarsi al quarto posto tra gli 11 centri di medicina materno fetale lombardi per tasso di tagli cesarei primari e al terzo posto per percentuale di parti vaginali in donne con un precedente taglio cesareo. Degni di nota anche alcuni dati che riguardano i punti nascita più piccoli della ASST dei Sette Laghi: tra tutte le maternità lombarde, Tradate è al terzo posto per bassa percentuale di tagli cesarei primari (che si aggirano al 10% circa delle donne senza precedenti tagli cesarei) e al secondo posto per alto tasso di parti vaginali dopo taglio cesareo, mentre Cittiglio spicca nel panorama nazionale per la bassissima percentuale di donne sottoposte ad episiotomia durante un parto vaginale (2.4% dei parti vaginali contro una media italiana superiore al 10%).

«Non si tratta solo di sterili numeri e percentuali – precisa Ghezzi – ma della testimonianza della volontà fermamente perseguita di rispettare la normalità della nascita, riducendo al minimo gli interventi medici non necessari e affidando le gravidanze a basso rischio alla gestione in autonomia delle ostetriche. Nei presidi che assistono gravidanze e parti in situazioni che si presume non richiedano interventi di livello tecnologico ed assistenziale elevato tipiche dei centri di riferimento per la patologia materno-fetale, garantire, in sicurezza, la massima naturalità dell’evento nascita è un obiettivo prioritario». «Questi risultati sono possibili solo grazie ad un lavoro di squadra – tiene a concludere Ghezzi – ringrazio il team dei ginecologi, degli anestesista, dei neonatologici, le ostetriche, le infermiere e il personale ausiliario che, con dedizione, continua ad impegnarsi ogni giorno per le donne che, anche da molto lontano, vengono a Varese per affidarsi alle nostre cure».

L’orgoglio di Asst Sette Laghi

«Complimenti alla grande squadra del Prof. Ghezzi – commenta il Commissario straordinario di ASST Sette Laghi, Giuseppe Micale – una squadra che si estende a tante altre discipline che si affiancano alla Ginecologia e Ostetricia consentendo questi risultati che devono giustamente inorgoglire. Non sono semplici posizioni in una classifica, ma sono il riconoscimento del loro grande impegno per offrire alle pazienti la cura migliore possibile. E questi numeri dimostrano che ci stanno riuscendo. Sono convinto che questo territorio debba davvero essere fiero del proprio polo materno-infantile!».

varese ospedale del ponte agenas – MALPENSA24