Giunta all’università degli anziani di Busto. Il sindaco: «Il Pnrr non mi fa dormire la notte»

BUSTO ARSIZIO – «C’è tantissimo da fare per i fondi del PNRR che stanno arrivando. Ma hanno delle scadenze pazzesche e abbiamo paura di non farcela o di non spendere bene i soldi. Non mi fa dormire la notte». La confessione del sindaco Emanuele Antonelli di fronte all’università degli anziani riunita nella sala delle conferenze del Museo del Tessile per l’ultimo appuntamento del 2021. Affiancato dal vicesindaco e assessore ala cultura Manuela Maffioli e dall’assessore all’istruzione e alle pari opportunità Daniela Cerana, il sindaco ha raccontato l’avvio del secondo mandato e ha risposto alle domande degli anziani, che più che alle grandi ambizioni del PNRR erano interessate ai piccoli problemi quotidiani, dalle manutenzioni alle condizioni dei marciapiedi.

Il confronto

L’incontro con la giunta è stato l’evento che «chiude il calendario» dell’università cittadina della terza età, come ha ricordato il presidente Giancarlo Angeleri. «È stata dura, con questa incertezza che regna». E Antonelli si è presentato a modo suo: «Sì, sono qua di nuovo – quasi a riecheggiare ancora una nuova la citazione da Vasco Rossi che aveva accompagnato la campagna elettorale di un suo illustre competitor – siamo stati rieletti, perché forse i cittadini hanno capito il lavoro che abbiamo fatto e la passione che ci anima». Antonelli ha parlato della sua «squadra quasi nuova» e di un mandato «iniziato in maniera convulsa, c’è tantissimo da fare per i fondi del PNRR che stanno arrivando». Senza nascondere timori e preoccupazioni: «Le opere vanno completate e collaudate entro marzo 2026, è difficile – rivela il sindaco – abbiamo un carico di lavoro impressionante, abbiamo paura di non farcela o di spendere i soldi male, e non possiamo permettercelo. Io sono terrorizzato perché poi basta un ricorso per allungare i tempi. Avremmo bisogno quasi di pieni poteri, di derogare a tante leggi farraginose che ci bloccano».

Le grandi opere e le piccole cose

Un esempio è l’ex Borri, che insieme alle altre incompiute del centro (Conventino, ex carcere, villa Radetzky e via Roma) ha ottenuto 15 milioni dallo Stato: «Sono preoccupatissimo perché ce ne vogliono altri 11 – ammette Antonelli – i mutui che faremo poi vanno ripianati e le nuove strutture vanno mantenute. Dobbiamo cercare di farle rendere per ripagare le spese». Dalla platea però arrivano domande sulle manutenzioni del verde e dei marciapiedi e sulle luci spente nelle strade. «L’ordinaria manutenzione non è sufficiente e lo sappiamo, ma va sui capitoli di spesa corrente dove i comuni sono disastrato, mentre i fondi che arrivano sono investimenti e vanno sullo straordinario – afferma il sindaco – cerchiamo di fare il possibile, ma Busto avrebbe bisogno di più risorse sia per il verde che per la pulizia urbana. E chi dice che la città è lurida dovrebbe tornare da dove è arrivato».

La cultura che vola

«Da varesino, devo dire che sulla cultura grazie a Manuela Maffioli Busto sta bagnando il naso a Varese. Spero che la mia città si svegli». È il presidente Angeleri a servire l’assist alla vicesindaco. «Spesso quello che facciamo viene apprezzato anche fuori città – ribatte Manuela Maffioli – la cultura ha anche risvolti economici: a Busto abbiamo otto festival, mostre di qualità, domenica la Traviata al Sociale che ha creato indotto, con l’abbellimento floreale curato da due fioristi della città, il pubblico che è uscito dalla sala alle 7 di sera e si è fermato per l’aperitivo o la cena, i coristi e gli orchestrali di Busseto che hanno pernottato negli alberghi e b&b». Ecco perché, rilancia la vicesindaco, «occorre investire in cultura. Non sono “dané bütai via”, stiamo dimostrando il contrario. È un volano per la città».

Le scuole da sistemare 

«Abbiamo sistemato 6-7 scuole, ma a Busto sono 33, molte delle quali conciate – ammette il sindaco – per intercettare i fondi del PNRR abbiamo dovuto stanziare 300mila euro per preparare i progetti in anticipo». Poi ci sono le scuole superiori, che dipendono dalla Provincia: «Abbiamo delle eccellenze, in cui vengono studenti da tutta la provincia e anche da fuori – rivela il sindaco-presidente della Provincia – ci chiedono aule in più ma tra cinque anni ci sarà un calo di iscritti. Ecco perché poi vado a litigare con qualche dirigente». L’assessore Daniela Cerana fa notare che nel prossimo anno scolastico ci saranno «20 classi in più alle superiori in provincia, ma sarà l’ultimo anno di crescita, perché nelle primarie si registra un trend di calo demografico. A Busto cercheremo di fare il possibile per aiutare le mamme a fare più bimbi».

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