Golasecca, Zantomio: «Le mie dimissioni non c’entrano con le indagini giudiziarie»

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GOLASECCA – «Le mie dimissioni non sono in alcun modo riconducibili al problema giudiziario che ha coinvolto Golasecca». Che ogni dubbio sia subito sciolto. Matteo Zantomio ha di recente lasciato libera la poltrona da assessore in paese, passando il testimone a Umberto Pinetti. Sul suo addio è intervenuta anche Madì Reggio, capogruppo di minoranza, che oltre a salutare l’ex esponente della giunta Ventimiglia non ha nascosto il suo punto di vista sui motivi che l’hanno spinto a prendere le distanze. Al punto che l’ex assessore ora sente la necessità di mettere in chiaro la sua posizione.

I motivi

Che a Golasecca la situazione sia delicata non è una novità, vista l’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta emersa a maggio 2021che lo scorso 9 febbraio ha portato alcune delle persone coinvolte a patteggiare con la procura di Busto Arsizio. Un motivo più che valido, secondo Reggio, per portare Zantomio ad accantonare il suo ruolo. Ora la replica dell’ex assessore: «Se così fosse non avrei atteso tutto questo tempo. Al contrario, è il frutto di una riflessione che mi ha portato ad appurare che il tempo che stavo dedicando all’incarico non era sufficiente per contribuire positivamente ad amministrare il Comune». E aggiunge: «Mi hanno insegnato che, nel momento in cui ci si rende conto che non si ha più la possibilità di assolvere il mandato con il giusto impegno, bisogna necessariamente tirare i remi in barca. E lasciare spazio a chi ha la possibilità di dedicare il tempo che serve». In ogni caso «resterò sempre a disposizione del Comune di Golasecca, degli amministratori e di tutti i dipendenti che mi hanno accolto con entusiasmo».

I risultati in politica

In ogni caso, la capogruppo di minoranza ha sottolineato il suo rispetto politico nei confronti di Zantomio. Parole di «stima» che sono state ben accolte: «La ringrazio. Devo ammettere che è un piacere, perché tanti anni fa, quando decisi di intraprendere la strada della politica attiva, mi sono posto l’obiettivo di ottenere un giudizio trasversale tra la gente». E ancora: «Pur rappresentando da sempre un movimento di evidente linea politica, ho sempre ritenuto che non fosse sufficiente avere solo un consenso interno. Il proprio operato lo giudicano tutti e bisogna fare in modo che tutti lo apprezzino. Spero di esserci riuscito». Per raggiungere questo risultato «non sono stato bravo io», dice. «Ma le persone che mi hanno insegnato un’attività difficile. Ogni campo ha i propri maestri».

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