GORLA MAGGIORE – Cercare di ricostruirsi una vita dopo aver sbagliato e pagato per gli sbagli commessi, perché “Non esistono ragazzi cattivi”. Liberi di correre, dietro a un pallone, come è accaduto ieri, sabato 22 settembre, durante la partita di calcio, uno dei momenti più coinvolgenti della serata vissuta alla Festa dell’oratorio. Perché in fondo il calcio è un po’ la metafora della vita. In campo si cade, ma ci si rialza. Si commettono errori, si può anche subire un gol. Spesso però c’è il tempo per rimediare, pareggiare, vincere.
Ieri la Festa dell’oratorio ha vissuto una serata speciale. Fatta di divertimento, ma anche di spunti riflessioni. Una serata pensata e organizzata per mettere al centro dell’attenzione i giovani, con le loro fragilità, i loro disagi, ma anche con la loro grande forza di reazione, che troppe volte però rimane sotto traccia e viene soffocata. E a parlare di tutto questo c’era don Claudio Burgio, cappellano dell’istituto penale minorile Beccaria di Milano.
Il sacerdote con la sua presenza ha di fatto condiviso il progetto che la parrocchia guidata da don Valentino Viganò, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, sta portando avanti proprio sul disagio giovanile. Un incontro di grande interesse. Denso di argomenti e che alla fine ha vissuto un momento di leggerezza con una partita di pallone. In campo c’erano i ragazzi “del Beccaria” e gli animatori dell’oratorio. Alla fine non è stato il risultato a contare, ma tutto ciò che è stato dato in campo dalle squadre.
Il tutto si è concluso mangiando una pizza intorno allo stesso tavolo e con la promessa di ritrovarsi ancora alla comunità Kairos che accoglie i ragazzi del “Beccaria”.
«Porterò questa serata a lungo nel cuore – ha dichiarato il sindaco Pietro Zappamiglio – ma la cosa che più ricorderò con piacere è l’aver visto come i giovani, con grande spontaneità, hanno abbattuto immediatamente ogni barriere culturale e ideologica».