Graziana, ultima “guardia” rimasta nel parco fantasma dell’Alto Milanese

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LEGNANO – Cacciatori abusivi, scarichi incontrastati di rifiuti, spaccio di droga. E poi fauna e flora selvatiche abbandonate a se stesse, tra atti vandalici e perfino teste di cani mozzate. Sono gli effetti del vuoto amministrativo che si è creato al vertice del Parco Alto Milanese, il polmone verde di 360 ettari tra i comuni di Legnano, Castellanza e Busto Arsizio. Un vuoto che investe uffici e personale, senza più nessuno a fare da guardiaparco o a occuparsi di pulizia e manutenzione. L’ultima, e per ora sola, difesa dell’intera area è una signora che ha scelto di vivere in una casa diroccata all’interno del parco e che si prodiga nello sventare come può ogni minaccia a questa riserva naturale divenuta una sorta di fantasma: esiste sulla carta, la frequentano centinaia di persone (quando non ci sono emergenze sanitarie in corso) ma nessuno la preserva. «Sono semplicemente una persona che ama la natura – dice – vivo qui da sei anni senza alcun servizio. È una scelta di vita che ho fatto. L’unico mio contatto con la società sono i miei due figli».

«Senza più sorveglianza, qui succede di tutto»

A “scoprire” questa signora, e a intervistarla, è stato il tg Legnano Breaking News. Si chiama Graziana (nella foto in alto, un fermo immagine della videointervista) e tutto quello che fa per il parco lo fa a suo rischio e a titolo gratuito, per amore della natura. Curioso che in un mondo pieno di sedicenti ecologisti, dove c’è chi è pronto a stracciarsi le vesti per salvare un albero dell’Amazzonia, non vi sia nessuno ad affiancarla nel suo impegno quotidiano a due passi da casa, dove tutti siamo andati almeno una volta per un pic-nic o passeggiare col cane, fare sport o portarci una ragazza, comprare prodotti biologici o semplicemente per goderci il verde, tra ampie distese di terra coltivata, sorprendenti fioriture nascoste, fagiani e conigli che saltano fuori un po’ dappertutto. «Qui succedono tante cose brutte – denuncia Graziana – come cani da caccia aizzati dai padroni a sbranare i coniglietti e pusher che spacciano tranquillamente. Le ultime due guardie, due anziani in gambissima, non ci sono più, i custodi della cascina dove c’erano gli uffici del parco sono stati mandati via dall’agosto dell’anno scorso».

«Per proteggere fauna e flora rischio di mio»

graziana legnano parco altomilaneseDel parco si occupano solo un fattore, Andrea, che ha uno spaccio di prodotti ricavati dal latte delle mucche che alleva nel parco, e “il don Renzi”, come lo chiama Graziana, che «d’estate fa venire a lavorare nella fattoria persone di colore che fanno i loro riti e canti fino alle 3.00 del mattino. Io dormo qua da sei anni. Quando segnalo quello che non va alle forze dell’ordine, mi rispondono che non vogliono venire a sporcarsi le divise. Sparano di brutto, specie dietro l’ospedale di Legnano. Io chiamo, arrivano le pattuglie ma non risolvono nulla. In gennaio ho trovato dei sacchi con dentro resti di cani con la testa mozzata. Una roba che ti segna, mi fa star male ogni giorno. C’è una montagna di spazzatura lungo la via Novara, dove battono le signore di colore. I cinesi vengono a catturare gli uccelli con le reti. E ci sono i vandali che danno fuoco ai contenitori in plastica delle nuove piante interrate. Vorrei solo che ci fosse qualcuno a tutelare la fauna e la flora di questo parco che potrebbe essere meraviglioso». Non sappiamo dove sia ora Graziana, alle prese come tutti con le restrizioni imposte dalla “zona rossa” (eufemisticamente ribattezzata “protetta”). Ma ci piace immaginarla sempre lì, nella sua dimora improvvisata, a fare da guardia all’ultimo ampio e trascurato polmone verde nel territorio urbano dell’Alto Milanese.

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