Al Parco Alto Milanese il vuoto amministrativo blocca progetti e bandi

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BUSTO ARSIZIO – E’ cambiato il vertice del cda del Parco Alto Milanese, ma resta l’immobilismo, aggravato da un vuoto amministrativo, che ha bloccato una serie di progetti, determinando nella gestione dell’ente una situazione di stallo.

L’immobilismo del cda

Dopo la nomina ad assessore a Palazzo Gilardoni e le dimissioni da presidente del Parco Alto Milanese di Laura Rogora, Busto (Comune socio al quale spetta la nomina della presidenza), su indicazione del sindaco Emanuele Antonelli, ha puntato su Carlo Bianchi. Nomina effettuata in quota Busto Grande. Un cambio che però non ha dato la scossa a una situazione che era immobile prima ed è rimasta tale in questi ultimi mesi. Aggravata dal fatto che a livello amministrativo si sono registrare una serie di dimissioni che hanno di fatto paralizzato tutta l’attività gestionale. E alla quale i soci stanno facendo una grande fatica per porre rimedio.

Progetti e bandi congelati

E della conduzione deficitaria dell’ente Parco se ne parla anche nei corridoi di Palazzo Gilardoni. E non solo. Tanto che qualcuno racconta di progetti e di bandi da pubblicare tutt’ora fermi nei cassetti di una cascinetta, che ai frequentatori appare “disabitata”. Se non fosse per la bottega agricola aperta.

Nell’elenco delle tante cose da portare avanti ci sono l’installazione delle telecamere, la riqualificazione della zona attorno alla cascinetta, ma anche il bando per l’assegnazione del posto da custode. Procedura che, dicono i ben informati, è ferma dal giugno scorso. Poiché, prosegue chi mette sul tavolo la situazione, “nessuno ha ancora valutato se sostituire a tempo pieno il custode o se affidare il ruolo a tempo parziale“. Considerazioni da fare anche per via del fatto che il Parco affitta locali per feste di compleanno ed eventi. Attività difficile da portare avanti nelle attuali condizioni di personale e che segna una perdita nelle entrate. A onor del vero occorre ricordare che la situazione si è complicata solo negli ultimi mesi e che in precedenza non sono mancati gli interventi per migliorare la fruibilità del grande polmone verde a cavallo dei comuni di Busto, Castellanza e Legnano. Oltre a ricordare l’importante contributo dei volontari.

Dimissioni a catena

A complicare la situazione poi ci sono state le dimissioni dei due funzionari, un amministrativo e un tecnico, che hanno partecipato e vinto concorsi in altre amministrazioni pubbliche. Senza che nessuno, a quanto pare, abbia programmato e gestito questa perdita. Ma non solo. Perché la “pianta organica” dell’ente ha anche perso alcuni di quei funzionari in capo ai Comuni soci e che ricoprono (su assegnazione dei rispettivi Comuni) le mansioni di segreteria, ragioneria e gestione del personale. Vuoti che hanno provocato lo stop di alcune pratiche amministrative e che, in alcuni casi, si sono anche riversati sulle attività necessarie del parco quali la programmazione dei controlli per contrastare l’abbandono dei rifiuti, o la cura e gli interventi a tutela del patrimonio naturale.

A quanto pare però qualcosa si sta muovendo, ma i tempi non sono certi. Al momento si sta cercando di tamponare una situazione complessa: il tecnico, che nel frattempo è passato a lavorare in un’amministrazione comunale, ha dato disponibilità a essere presente due pomeriggi la settimana e alla cascinetta c’è chi attende che da Palazzo Gilardoni vengano “inviati” rinforzi per far ripartire con continuità la vita amministrativa.

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