Guardia medica a Legnano, Gallera: «Falso problema, aprirà nel vecchio ospedale»

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LEGNANO – È in via di soluzione la questione della guardia medica di Legnano, dopo la chiusura, poco meno di tre settimane fa, della sede in via Stelvio 1 e il suo trasferimento a Parabiago. Lo ha assicurato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, alla presentazione della candidata sindaco del centrodestra, Carolina Toia (nella foto). «Il problema è già risolto – ha detto Gallera – non potevamo rimanere a Legnano perché lì non c’erano le sale d’attesa per gli ambulatori e non si poteva garantire il distanziamento previsto per l’emergenza sanitaria. La sede è stata provvisoriamente spostata a Parabiago, che era il luogo più disponibile per garantire la continuità del servizio». Ieri il commissario straordinario di Legnano, Cristiana Cirelli, aveva scritto all’Ats per chiedere di fare marcia indietro e riportare la guardia medica a Legnano.

«Polemiche sollevate da partiti in difficoltà»

A detta dell’assessore regionale, il trasloco provvisorio non comporterà particolari disagi agli utenti: «Il personale esce per fare le visite a domicilio. E nei prossimi giorni – ha annunciato Gallera – la sede sarà spostata nel vecchio ospedale di Legnano. Qui sta finalmente vedendo la luce, dopo lo stop forzato dei lavori, il presidio sanitario e sociale sul territorio che nei nostri piani comprenderà i servizi sociali del Comune e le associazioni oltre ai servizi della Asst, fortemente potenziati con le nuove risorse messe a disposizione dalla Regione. Un progetto ambizioso e per alcuni versi unico, che potrà essere realizzato con un nuovo interlocutore in Comune». Infine, una frecciata ai partiti e movimenti politici che in questi giorni hanno cavalcato la questione: «Le polemiche sono state sollevate da alcune coalizioni in evidente affanno. Non occorre raccogliere firme, il centrodestra risolve i problemi e lo farà anche stavolta».

Radice: «In difficoltà ci pare l’assessore…»

A Gallera replica Lorenzo Radice: «La soluzione sembra proprio quella che noi auspicavamo, almeno a livello di localizzazione del servizio, al vecchio ospedale, ossia una struttura ben più adeguata degli spazi di via Stelvio. Se la soluzione andrà nel posto giusto – prosegue il candidato sindaco del centrosinistra – è ancora una volta a dir poco imbarazzante la modalità di comunicazione che Gallera ritiene corretta per gestire la sanità in Lombardia. Come sudditi dobbiamo apprendere le cose quando sono fatte, senza che si venga avvisati del trasferimento di un servizio. Nessuno sapeva: né i cittadini, né i medici del territorio, né gli amministratori locali. Forse non è un caso che, all’indomani della nota del commissario Cirelli, che lamentava la “mancata condivisione” del trasferimento, Gallera abbia utilizzato la presentazione della candidata sindaco del centrodestra per provare a levarsi d’impaccio. Un tentativo ancora più maldestro per aver ricondotto il “falso problema” a polemica sollevata da “alcune coalizioni in evidente affanno”. A noi pare, e lo diciamo con sincero dispiacere e preoccupazione, che in affanno sia, da molti mesi a questa parte, l’assessore al Welfare».

Sinistra: «Sanità lombarda da rifare»

Per la Sinistra-Legnano in Comune, che per prima aveva sollevato la questione, «in gioco c’è ben altro. Sia in termini ideali sia, molto più prosaicamente, di interessi economici. Ora che avvicina la scadenza della sperimentazione della Legge regionale 23/2015 voluta dall’ex governatore leghista Maroni, si è aperta una nuova fase della lotta: quella della revisione totale di quella legge. L’orizzonte della politica sanitaria lombarda, da Formigoni in poi, è stato quello della progressiva privatizzazione, dell’accentramento delle funzioni in pochi ospedali sempre più grandi ma con minori posti letto e bacini d’utenza più ampi, e quindi sempre più lontani dalle persone, con la conseguente desertificazione dei servizi territoriali e il declassamento del ruolo della prevenzione, dell’epidemiologia, della medicina di base, della programmazione condivisa con gli altri soggetti operanti nel territorio e con gli Enti locali. Il Covid-19 ha fatto crollare tutto questo disegno che negli anni ha fatto la fortuna degli imprenditori della salute, a danno dei cittadini. Si tratta ora di ricostruire su basi nuove».

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