Hammond di Marnate: «C’è un compratore». I lavoratori sperano

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MARNATE – Hammond: c’è una speranza. «Ci è stata confermata la reale presenza di compratori interessati all’acquisizione della ditta nel suo complesso con il quale sono ancora in corso trattative e valutazioni», si legge infatti nel comunicato diffuso da Fim Cisl e Fiom Cgil oggi, mercoledì 23 gennaio, subito dopo l’incontra tra i rappresentanti sindacali Ilaria Campagner (Fim Cisl) e Rino Pezone (Fiom Cgil) e i legali che rappresentano il colosso canadese del quale, 5 anni fa, la ex Trasformatori Marnate è entrata a far parte. La vicenda è nota: Hammond lo scorso 18 dicembre, dopo aver consegnato ai 40 dipendenti dell’azienda marnatese il pacco natalizio con tanto di accorata lettera di auguri per un sereno Natale aveva annunciato la cessazione dell’attività e il licenziamento in tronco di tutti i 40 dipendenti.

Riprende la produzione

Dopo un primo “summit” tra le parti finito con una fumata nera, oggi, finalmente, per i lavoratori della ditta di via Gramsci la nebbia si dirada un pochino. Quel compratore tanto desiderato, che rappresentava la speranza di mantenere in vita un’azienda con 40 anni di storia e non in crisi (da giugno erano state fatte una decina di assunzioni e investimenti da centinaia di migliaia di euro per il rinnovo del parco macchinari), non è più soltanto una “voce che circola”: è una realtà concreta. Ora Hammond ha la responsabilità di una trattativa (nella quale ovviamente i dipendenti non hanno parte) che non deve «Essere soltanto un affare. Qui ci sono in ballo 40 anni di storia e il futuro di 40 famiglie». I dipendenti, dimostrando un grande senso di responsabilità, da domani, 24 gennaio, si sono impegnati a riprendere l’attività lavorativa a rotazione per «Esperire – si legge nella nota – Le esigenze aziendali nel rispetto delle aziende interessate all’acquisizione». Quando era stata annunciata la chiusa la Hammond di Marnate aveva ordini per almeno altri 4 mesi di lavoro. «L’incontro ha chiarito anche le ragioni che hanno spinto la società canadese a aprire la procedura per la cessazione dell’attività – concludono i sindacalisti – Ragioni puramente economiche e di business».  Nuovo incontro il 4 febbraio: le speranze adesso sono tutte riposte in quella data.

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