I Comuni del Cor2: «Concentrare tutto su Malpensa genera prospettive incerte»

malpensa

MALPENSA – «Riteniamo che la presa di posizione delle associazioni di categoria, espressa con stile offensivo e del tutto irriverente verso i promotori di un’opposizione al progetto, motivata, razionale, opportuna, sia un grave errore, ovvero il segno di una cultura industriale desueta». Queste le parole del Cor2, il coordinamento che unisce i dodici Comuni di seconda fascia a nord di Malpensa, sulle critiche di Univa, Camera di commercio di Varese, Confcommercio e Confartigianato al freno al collegamento ferroviario tra Gallarate e il Terminal 2 dell’aeroporto. Il gruppo prende le parti di chi, come Casorate Sempione, è stato recentemente messo sotto attacco dai big del mondo delle imprese, schierandosi apertamente a favore del piano. L’orientamento degli industriali della provincia di Varese viene letto come «tipico del neoliberismo anni Cinquanta»; una posizione che «deve essere stigmatizzata, in particolare per l’elevata dose di rischio che contiene». L’obiettivo del Cor2 è chiaro: «Orientare tecnologie e strategie verso attività produttive qualificate e che siano green friendly»

«Prospettive deboli e incerte»

Per i Comuni del Cor2 (Sumirago, Azzate, Brunello, Cavaria Con Premezzo, Cazzago Brabbia, Crosio della Valle, Daverio, Inarzo, Mornago, Sesto Calende, Taino, Vergiate) le associazioni di categoria «rivendicano un primato di iniziativa sul territorio tutto centrato su Malpensa», tanto che «la realizzazione della ferrovia va ben oltre un progetto di creazione di un’infrastruttura locale, e rappresenta il fulcro del futuro dell’aeroporto, del varesotto e non solo di questo». Una posizione che viene presa con le pinze: «Concentrare lo sviluppo di un’economia su un’attività molto prevalente genera prospettive deboli e incerte». Tanto da ipotizzare che «se il sistema Malpensa dovesse incontrare una crisi oppure un ridimensionamento, un’intera economia collasserebbe, con conseguenze drammatiche per il lavoro, per i lavoratori e le loro famiglie».

Un modello di sviluppo green friendly

Ora si pensa alla ripartenza, a come «costruire un futuro post Covid, che possa offrire opportunità per molti». Così il Cor2: «È vitale saper ripensare, adesso, il modello di sviluppo, diversificando investimenti, risorse, lavoro, e orientando tecnologie e strategie verso attività produttive qualificate e che siano green friendly». La sostenibilità al centro, insomma. Un concetto che «le associazioni di categoria dovrebbero condividere, interpretare e promuovere». E che non sembra combaciare con i piani di Sea nel Masterplan 2035: «Malpensa, così com’è oggi, e per come viene progetta, non è un esempio illuminante sotto questo profilo».

Il raccordo a “Y”

Più nel dettaglio, proseguono, «la realizzazione di un collegamento ferroviario da Gallarate a T2 Malpensa va nella direzione opposta rispetto a questi principi ed orientamenti, e presuppone il consumo di un territorio di grandissimo pregio ambientale in aree già molto sfruttate e antropizzate, e con nessun vantaggio economico». Concludono spostando l’attenzione sul progetto di raccordo a “Y”, che «supererebbe la Gallarate T2-Malpensa» e «consentirebbe di collegare direttamente le Ferrovie dello Stato con l’aeroporto, in aggiunta al collegamento tramite le Ferrovie Nord. Il collegamento con la Svizzera c’è già: si potrebbe quindi ottenere lo stesso risultato con minori costi ed un impatto sull’ambiente decisamente inferiore».

Il mondo delle imprese contro Casorate: «Assurdo dire no alla ferrovia Malpensa-Gallarate»

malpensa gallarate cor2 ferrovia – MALPENSA24