I gioielli musicali di Menotti brillano con la regia di Serena Nardi

Dopo il debutto a Varese, riceviamo e pubblichiamo la recensione di Massimiliano Broglia, musicologo, cantante lirico e docente di canto.

Finalmente dopo alcune traversie abbiamo potuto ascoltare quei due gioielli musicali di Gian Carlo Menotti Il Telefono e La Medium nella sua Varese al Teatro Nuovo. L’allestimento rientrava nell’ambito del Festival Varese Re-Live con una nuova produzione di Opera Factory di Giorni Dispari Teatro con la regia di Serena Nardi che ha curato anche le scene e i costumi.

La direzione era affidata alla giovane ma molto promettente bacchetta di Enrico Saverio Pagano che ha diretto con maestria l’Orchestra Canova chiedendo un suono brillante e colorato ne Il Telefono e ottenendo un suono acido e spettrale ne La Medium.

Non era facile allestire le due proposte in uno spazio che non è nato per essere teatro d’opera (decennale problema della non esistenza di un teatro vero a Varese): Nardi ha deciso di collocare l’orchestra cameristica sullo sfondo della scena e far agire i cantanti davanti sul palco cosicché il direttore dava loro le spalle, nonostante questa anomalia tutto è andato molto bene se non una leggera prevalenza del suono dell’orchestra sulle voci. Voci affidate a giovani cantanti ma già perfettamente in grado di sostenere sia parti buffe de Il Telefono (Sabrina Cortese e Giacomo Nanni) sia parti più drammatiche presenti ne La Medium (Maria Eleonora Caminada, Sabrina Cortese, Giacomo Nanni, Ilaria Molinari, il mimo Samuele Satta) con la superba presenza di una grande voce come Manuela Custer nel ruolo di Madame Flora.

Si entra in platea e la scena è già aperta, il pubblico in qualche modo è coinvolto in una festa godereccia e beota le cui comparse, che fungono da ospiti della festa, rappresentano una umanità scellerata e miserabile. E’ durante questa festa che, come afferma Serena Nardi, Il Telefono verrà rappresentato come “preludio comico che introduce il lento e progressivo scivolamento verso la tragedia” de La Medium, falsa veggente e moderna maga Circe. Interessante l’uso delle maschere a metà dei personaggi che secondo la visione della regista “Celano il viso solo parzialmente perché l’identità si può occultare ma non si può frenare il processo spietato di negazione della gioia o del dolore”. Il rosso dominava la scena de Il Telefono, tinte più fredde e scure le scene de La Medium.

Successo meritatissimo per tutti i protagonisti che sono stati molto apprezzanti e applauditi dal pubblico accorso a teatro.

Massimiliano Broglia
musicologo, cantante lirico e docente di canto