I Verdi di Varese scendono in piazza con Elena Grandi. Per dire no al referendum

Elena Grandi

VARESE – Un’occasione per dialogare con i cittadini sul futuro della città, per esprimere le ragioni del no al referendum e soprattutto per preparare il terreno per le elezioni amministrative del 2021. Ecco perché l’associazione dei Verdi-Europa Verde di Varese organizzeranno un gazebo in corso Matteotti sabato 12 settembre, dalle 9 alle 19. A supporto dell’evento ci sarà anche la co-portavoce nazionale Elena Grandi. 

Prepariamoci alle elezioni

«Questo gazebo sarà il punto di partenza ideale per elaborare le proposte in vista delle amministrative del 2021, ma sarà anche l’occasione per esprimere il no al referendum del prossimo 20 e 21 settembre», dicono i Verdi, invitando i cittadini a iscriversi all’associazione, partecipando al gazebo. L’Associazione sta iniziando a elaborare la propria visione sulla Varese del futuro. «Ecco perché vogliamo ascoltare cittadini, imprenditori e gli enti del terzo settore. Così potremo individuare le principali priorità per il futuro e arricchire la nostra proposta».

No al taglio dei parlamentari

All’evento parteciperà anche la co-portavoce nazionale dei Verdi-Europa Verde Elena Grandi, che sta seguendo l’associazione varesina con grande interesse. Durante il gazebo, i Verdi esporranno le ragioni del no al referendum costituzionale, nato in una situazione politica decisamente confusa. «Uno scenario – dicono – nel quale prevalgono da un lato sovranismi e visioni demagogiche e dall’altro proposte confuse e contraddittorie. Il taglio dei parlamentari è stato venduto come un voto contro la casta, ma in realtà è esattamente il contrario. Una riduzione per le tasche degli italiani pari a un caffè all’anno. Questa pessima riforma ridurrà la partecipazione e accentrerà ancora di più nelle mani di pochi le decisioni relative alle persone che ci devono rappresentare».

Sì al taglio degli stipendi

«Vorremmo invece una riforma che passi da una significativa riduzione dell’attuale stipendio dei parlamentari e dei consiglieri regionali, mantenendo e migliorando invece la rappresentanza dei territori e la possibilità reale di scegliere i nostri parlamentari. La politica in cui crediamo deve tornare a garantire innanzitutto la qualità delle persone che ci devono rappresentare più che puntare verso altri elementi che riteniamo molto secondari».

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