Il Baff maggiorenne va oltre il cinema: dai Legnanesi a Mogol, con Tognazzi e Croci

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BUSTO ARSIZIO – Apertura con i Legnanesi e chiusura con Mogol. In mezzo tanto cinema, con le chicche dell’omaggio al grande Ugo Tognazzi, che verrà ricordato dai suoi tre figli Maria Sole, Gianmarco e Ricky, e del ricordo di Max Croci, il regista bustocco prematuramente scomparso nel 2018, con l’inaugurazione dell’ala della Biblioteca civica che ospiterà la sua collezione di Dvd. Sono queste le prime anticipazioni sull’edizione numero 18 del BA Film Festival, in programma dal 28 marzo al 4 aprile 2020. Sono state svelate oggi, giovedì 30 gennaio, nella conferenza stampa all’istituto Antonioni, alla presenza del vicesindaco e assessore alla cultura di Busto Arsizio Manuela Maffioli: «Il Baff è uno dei migliori biglietti da visita della città».

Il Baff fa 18

«Un festival maggiorenne – lo definisce il presidente del Baff Alessandro Munari – sempre in trend di crescita, per migliorarsi ed avvicinarsi sempre più alla città, al territorio e al pubblico». Al timone della rassegna c’è sempre Steve Della Casa, direttore artistico insieme al suo braccio destro Paola Poli. Caratteristica distintiva dell’edizione 2020 del festival è la sua trasversalità culturale, oltre il cinema in senso stretto. «Non mi piacciono i festival di cinema che riuniscono un piccolo club di addetti ai lavori, come fanno alcuni festival, che si parlano tra di loro – fa notare Della Casa – è bello, come in passato con Francesco De Gregori sul palco a parlare di cinema, un apporto trasversale. Perché il cinema è cultura».

Palcoscenico ai Legnanesi

I primi ospiti speciali svelati rispondono a questo requisito. Lunedì 30 marzo al teatro Sociale la scena sarà tutta per i Legnanesi, compagnia teatrale che ha appena festeggiato i 70 anni ma anche debuttato con un film per la televisione, «il nostro tele-panettone» come l’ha ribattezzato il manager Enrico Barlocco, presente in conferenza stampa. La Teresa, la Mabilia e il “nuovo” Giovanni, alias Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Lorenzo Cordara «racconteranno tutto il percorso della compagnia». Che, rivela Barlocco, ha un forte «legame con Busto. In mille maniere, anche insigniti della cittadinanza onoraria dal vostro ex sindaco Gigi Farioli». Ma anche con questa edizione del Baff: «Siamo legati a Ugo Tognazzi – fa notare il manager – la Teresa e la Mabilia delle origini, Felice Musazzi e Tony Barlocco, hanno recitato al fianco del grande attore in “Splendori e miserie di Madame Royale” di Vittorio Caprioli».

Mogol e gli altri

Poi c’è Giulio Rapetti, in arte Mogol. Sarà lui – autore di oltre 1500 brani per artisti come Battisti, Mina, Celentano e Morandi, fino a David Bowie – il protagonista della serata finale del 4 aprile, con una “lectio magistralis” sull’evoluzione del pop. Poi l’atteso omaggio a Ugo Tognazzi, a 50 anni dal film “Venga a prendere il caffè da noi”, tratto da un romanzo di Piero Chiara. «Lanciamo un appello a farsi vivi a tutti coloro che abbiano avuto a che fare col film, come comparse ma anche solo per aver comprato le sigarette o un panino per la troupe». In conferenza stampa c’era Bambi Lazzati del Premio Chiara a suggellare una delle tante partnership. Così come quella con Educarte, che consegnerà il premio Delia Cajelli nel corso del festival.

Occhi al cielo per Max Croci

E ci sarà l’immancabile ricordo per Max Croci, a cui fu dedicata l’edizione 2019 del festival, con la proiezione del documentario di Sky “A proposito di Max” e l’inaugurazione del Fondo Max Croci in Biblioteca. Si ripeterà come lo scorso anno anche Poi ci saranno le iniziative ormai consolidate, dal programma Made in Italy-Scuole curato da Paolo Castelli (con “Il traditore” di Marco Bellocchio, tra gli altri titoli) al concorso Baff in Corto, che ha visto quasi 500 video partecipanti. Un’altra chicca arriva invece da Pinerolo, rivelata da Steve Della Casa: una classe del liceo classico in gita scolastica al BA Film Festival.

Baff 2020

Biglietto da visita

Tanta carne al fuoco, per un festival che, per Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla cultura, «è uno dei migliori biglietti da visita di questa città. Ne sono sempre molto orgogliosa anche perché si innesta sulla passione profonda che questa città ha per il cinema, una passione che si alimenta per tutto l’anno grazie alle sale cinematografiche, conservate come gioielli spesso solo da volontari, che svolgono anche un prezioso ruolo sociale di presidio contro il degrado. Il Baff fa tesoro di queste realtà e le mette a sistema, nell’ambito del più ampio sistema città». Con un festival di cui Maffioli esalta sia il dialogo con tante componenti, dalle scuole al commercio, sia la «declinazione glocal. Di respiro nazionale e internazionale ma anche profondamente radicato in città. Una città che ha una forte coscienza di sé, ma protesa a guardare lontano».

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