Il cedro di Mike a Busto era pericoloso e non si poteva salvare. Rimarrà il ceppo

BUSTO ARSIZIO – Il cedro secolare di Mike Bongiorno in via Roma non poteva essere salvato. «Nel 1998 gli avevo dato 10 anni di vita, massimo 15. Invece è andato avanti per 22 anni». A rivelarlo è Andrea Tovaglieri, l’agronomo bustocco con studio a Golasecca che ha curato la bellissima pianta fino a doverne decretare, «con dispiacere», la necessità di abbatterla. Attaccato da due funghi, il cedro non reagiva alle cure ed era diventato un pericolo: «Bastava un vento forte per farlo cadere». Nel giardino del complesso immobiliare ristrutturato vent’anni fa dalla Zubo di Daniela Zuccoli e Mike Bongiorno ora rimarrà un ceppo del cedro, che verrà trattato e probabilmente sormontato da una scultura, per conservare la memoria dello storico albero che ha dato il nome alla residenza. Inoltre, come prevede la legge, ci saranno delle piantumazioni sostitutive.

In cura dal 1998

L’esperto Andrea Tovaglieri ha preso in carico l’analisi del cedro dal lontano 1998, quando «i Verdi si opponevano all’abbattimento richiesto dalla Zubo e fu proposto di spostarlo con un elicottero» per trapiantarlo altrove. «La Agusta ci disse che pesava troppo, 50 tonnellate solo di albero, e non si poteva fare. Così prospettai di scavare un vaso in profondità con micropali iniettati nel terreno per sostenere e preservare la pianta. Ma già allora avevo dichiarato che non sarebbe rimasta in vita più di 10-15 anni». Colpa dell’armillaria, un fungo che aveva attaccato la pianta e che negli anni «è andato avanti nello sviluppo nonostante ogni tentativo di contenimento – fa sapere l’agronomo – e nel 2013 altro fungo parassitario, il phaeolus, ha cariato la pianta all’interno e all’esterno del tronco». L’ultima diagnosi, dopo aver effettuato «una tomografia non invasiva dell’interno, con cui si è visto che non solo il cuore ma gran parte della porzione era compromessa», è stata quella definitiva. «Si è riunita l’assemblea del condominio, e con grande dolore e dispiacere si è optato per la soluzione dell’abbattimento – riporta Tovaglieri – se ne parlava da anni, perché la pianta non riusciva a reagire. Io lavoro per conservare le piante, ma questa “carie bruna” aveva reso il legno molto rigido ma friabile, facendo venire meno caratteristiche meccaniche come la resistenza alla tensione e la torsione: sarebbe bastato un vento forte per farla rovinare a terra. Così si è deciso di procedere all’abbattimento, peraltro un’operazione costosa a carico del condominio».

Abbattimento con sostituzione

L’autorizzazione concessa dal Comune, attraverso Agesp, prevede l’abbattimento con sostituzione. Verranno messe a dimora altre piante per compensare il “sacrificio” dello storico cedro (è stata manifestata anche la disponibilità a piantare un albero in uno spazio pubblico), mentre il ceppo verrà conservato e il “legno urbano” avanzato dalle potature servirà a realizzare tavole e panche. «Sopra i due metri – rivela Tovaglieri – l’albero era sano». Ecco spiegati i dubbi sollevati da alcune immagini dei pezzi di tronco che, uno alla volta, sono stati tirati giù dagli operai della Greentek, l’azienda di giardinaggio che ha eseguito l’operazione in via Roma. «Se una pianta è pericolosa e sta male, sono inutili gli accanimenti terapeutici – ammette l’agronomo – poi bisogna sempre giustificare il motivo per cui si abbatte un albero». Un tema che in città è sensibile, dopo le ondate di abbattimenti sui viali alberati della città. Ma in questo caso per il cedro la fine era segnata.

busto cedro mike tovaglieri – MALPENSA24