Il centrodestra di Gallarate: «Incentivi per riaprire i negozi di vicinato anche nei rioni»

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GALLARATE – Le elezioni si stanno avvicinando e con le date del 3 e del 4 ottobre ormai alle porte, anche a Gallarate si delineano sempre di più i profili dei candidati e delle liste. E ovviamente i relativi programmi. Quest’anno, soprattutto vista la crisi economica che la pandemia da Covid-19 si è portata dietro, la squadra del sindaco uscente, Andrea Cassani, prova a proporre soluzione per incentivare l’apertura di nuovi negozi di vicinato, linfa vitale non sono economica ma anche sociale di una comunità. «Pensiamo a un programma di incentivi per far aprire nuove botteghe in centro e nei rioni».

Dalla parte dei negozianti

Proposte, promesse, critiche e scontri. Come ogni campagna elettorale che si rispetti anche a Gallarate, ormai da tempo, si stanno scaldando i motori per la prossima chiamata alle urne. Questa volta il primo cittadino scende in campo a favore delle attività commerciali, ricordando gli importanti aiuti previsti dall’amministrazione in questi ultimi anni. «Le attività economiche gallaratesi non hanno mai ricevuto sostegni così concreti a livello di contributi di detassazione come fatto in questi anni dalla maggioranza. Oltre che l’organizzazione di eventi e la ritrovata vivibilità della città evidente a qualsiasi cittadino».

Negozi in centro

Per dare continuità a questi sostegni, l’idea è quella di introdurre nuovi incentivi economici finalizzati all’insediamento di botteghe di prossimità nei rioni attraverso sgravi fiscali ad hoc. «L’obiettivo – spiega Giorgio Luini di Centro Popolare Gallarate – è ripensare completamente la gestione del commercio per inserire appunto le attività di vicinato. Piccoli negozi che possano dare lavoro ai locali e permettere ai gallaratesi di trovare tutto il necessario a pochi passi da casa. Evitando quindi di usare la macchina e percorrere tanti chilometri per raggiungere un grande supermercato».

Recuperiamo gli edifici

L’idea della squadra di Cassani è quella di aiutare i piccoli imprenditori ad aprire nuove attività magari anche negli edifici lasciati vuoti in città, in modo da renderla più vivibile e magari ristrutturare gli immobili con gli incentivi del governo. «Il nostro è un programma che ridurrebbe a -20% il consumo di suolo, perché valorizzeremmo ciò che già abbiamo», continua Luini.

Insomma, una Gallarate che rappresenti un tessuto sociale commerciale uniforme, evitando zone fragili o trascurabili. «Noi – conclude Cassani – lasciamo che a parlare siano i fatti e i numeri e i dati di “Impresainungiorno” 2016-2020. Nonostante il Covid, questi dimostrano come siano aumentate le attività aperte in città in questi anni. Da qui a cinque anni, ma anche oltre, supporteremo chi sta già operando a Gallarate e ne coinvolgeremo molti altri».

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