Il Comitato del Nord scuote la Lega. Reguzzoni: «Rivedo in Bossi l’occhio della tigre»

VARESE – C’è chi vede in Umberto Bossi «l’occhio della tigre», parola del suo ex “delfino” Marco Reguzzoni, e chi è pronto a seguirlo, come uno dei “bossiani” della prima ora, l’ex ministro Francesco Enrico Speroni, perché nel Comitato Nord non vede una scissione, ma un ritorno alla Lega delle origini, autonomista, non secessionista e nemmeno federalista. E poi ci sono i “frondisti” che chiedono più coraggio nello strappare contro Salvini, come l’ex assessore regionale Gianni Fava, pronto a ricandidarsi al congresso della Lega Nord (la “vecchia” Lega soppiantata dal movimento “per Salvini Premier”), e gli ex ministri Roberto Castelli e Giancarlo Pagliarini, che lavorano a nuovi soggetti politici autonomisti. In Lega sta facendo discutere, e creando fermento, la nascita del Comitato del Nord, la nuova corrente annunciata dal fondatore Umberto Bossi, appena rieletto in Parlamento dopo i ricalcoli dei seggi.

Reguzzoni e l’occhio della tigre

«Ho visto Bossi di nuovo con l’occhio della tigre…». È Marco Reguzzoni, già delfino del Senatur che lo volle capogruppo alla Camera ai tempi dell’ultimo governo Berlusconi, a descrivere con un’immagine efficace quello che sta succedendo in quella Lega che lui conosce bene, anche se l’ha lasciata ormai da quasi dieci anni. «Non entro nel merito delle questioni interne – dichiara Reguzzoni all’agenzia AdnKronos – ma credo che queste elezioni abbiano evidenziato la necessità di riprendere i concetti che stavano alla base della Lega prima del ’94. Le urne dimostrano che c’è un divario forte tra Nord e Sud: il 60% dei voti a Scampia per i 5 Stelle vuol dire che c’è parte del Paese che vuol continuare ad essere mantenuta e una parte dell’Italia che non ci sta e non può reggere una roba del genere. Credo che Bossi veda che in questo momento la gente chiede ai politici di cambiare, di rappresentare quelle che sono le istanze concrete del Paese, che non sono né di destra, né di sinistra, ma di chi produce e di chi vive a rimorchio».

Speroni ci sta

«Se ho capito bene il “Comitato del Nord” costituito da Bossi si inserisce all’interno della “Lega per Salvini Premier”, quindi non è una scissione o roba del genere, per cui non ci vedo nulla di male se si aderisce – afferma Francesco Enrico Speroni, altro leghista bustocco già ministro ed eurodeputato e fino a poco più di un anno fa segretario cittadino a Busto – voglio vedere di cosa si tratta, ma penso che aderirò, perché in linea di massima mi sembra una cosa positiva. Penso che incontrerò Umberto per parlargli, è un po’ di tempo che non lo sento…». Anche Speroni intravede «il ritorno a una Lega dell’84, una Lega cioè autonomista, non secessionista e nemmeno federalista. E siccome Salvini ha appena rilanciato l’autonomia, non vedo contraddizioni con questo “Comitato del Nord”». Tra chi è pronto ad aderire c’è anche un europarlamentare in carica, il veneto Toni Da Re: «La proposta di Bossi? Sono pronto ad aderire è un ritorno alle origini forse ma soprattutto a ciò per cui abbiamo lottato e lavorato per tanti anni».

La base in fermento

Nel frattempo però la base “nordista” del Carroccio è in fermento, con l’adunata autoconvocata per il 15 ottobre a Biassono sotto lo slogan “Prima il Nord – Riparte la battaglia”, una sfida aperta alla leadership di Matteo Salvini. Ci sarà anche Roberto Castelli, ex ministro leghista della Giustizia e presidente dell’associazione “Autonomia e libertà”, che conta centinaia di iscritti nelle regioni del settentrione. E che sul Comitato del nord nutre qualche dubbio: «Mi sembra sia un’iniziativa interna alla Lega per Salvini Premier, tanti anni di politica mi hanno insegnato che siamo tutti dentro la caverna di Platone e vediamo solo le ombre. Bossi è un vecchio leone, ma chi passa dietro le ombre, lo scopriremo». Così come ne ha Gianni Fava, già parlamentare e assessore in Lombardia con Maroni, che annuncia la sua candidatura al congresso della Lega Nord: «Non posso aderire alla corrente di Bossi perche quella per sua stessa ammissione potrebbe diventare una componente di un partito che non è il mio. Lui stesso ha detto che vuole lanciare una corrente all’interno del partito di Salvini che non è più la Lega Nord. Io vado avanti per la mia strada come mi stanno chiedendo di fare centinaia di militanti che hanno capito. Per il resto vedremo se avremo la possibilità di continuare a farlo con la Lega o se saremo costretti a far vita a qualcosa di nuovo». Pollice verso anche dall’ex ministro Giancarlo Pagliarini, al lavoro per riunire tutte le sigle autonomiste in un contenitore che si chiamerà Alleanza per l’Autonomia: «Ho letto che Bossi vuol fare il comitato per recuperare dei voti e mi sono incazzato. Le cose si fanno se ci credi, non le fai per avere dei voti. Le fai se sono utili e necessarie per il paese. Fare qualcosa con l’obiettivo di avere dei voti per me equivale a una bestemmia». Ma tutti d’accordo nel dire che «ben venga» che Bossi torni a sfoderare la bandiera del Nord e dell’autonomia.

lega nord Umberto Bossi – MALPENSA24