Il mantra del “voto utile”. A chi?

bottini voto utile
Giorgia Meloni e Enrico Letta: voto utile, ma a chi?

di Gian Franco Bottini

Il “mantra” è uno strumento psicologico di alcune dottrine orientali; una parola o una frase che, ripetuta in maniera assillante e un po’ soporifera, tende a sostituire, nella testa di chi lo ascolta, ogni altro pensiero per restare l’unico inquilino. In altre parole, una sorta di manipolazione psicologica per far entrare nella testa di chi ascolta una idea come fosse una verità indiscutibile, mentre, come tutti i pensieri, sarebbe di per sé del tutto opinabile.

Che in una campagna elettorale poi lo chiamiamo più rozzamente “slogan” o più tecnologicamente “hashtag”, la sostanza non cambia e le finalità pure. Il “mantra” che va per la maggiore in queste settimane è quello del “voto utile”, che tende ad inculcare negli elettori la convinzione che i voti che hanno una utilità sono solo quelli destinati a partiti o aggregazioni che hanno probabilità di vincere, mentre tutti gli altri “sono voti buttati via”. A tentare di innescare questo meccanismo psicologico è stato inizialmente il buon Letta (assecondato in maniera sorniona dalla Meloni) , nel tentativo, di ambo le parti, di mettersi al riparo da una comune preoccupazione. Sia l’una che l’altra delle maggiori coalizioni, infatti, temevano con crescente preoccupazione lo scivolamento di parte del loro consenso verso altri concorrenti , in virtù di elettori desiderosi di sfuggire dalla logora contrapposizione destra/sinistra che, per la verità, aveva già ricevuto una robusta spallata in occasione della costituzione del governo di “unità nazionale” Draghi.

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Gian Franco Bottini

Se anche per le comunicazioni politiche esistesse un “Garante della concorrenza ”siamo certi che classificherebbe questa comunicazione sul “voto utile” come “ingannevole e scorretta” perché, se essa fosse supinamente assorbita dagli elettori, aumenterebbe in maniera esponenziale l’antidemocraticità che già caratterizza il voto del prossimo 25 settembre. Abbiamo, infatti, già avuto modo di esprimere il nostro disappunto sull’attuale legge elettorale che toglie, a noi elettori, il diritto di scegliere personalmente i nostri rappresentanti. Un diritto che lo spirito della nostra Costituzione ci garantirebbe ma che la “politica” ci ha via via scippato consegnandolo pressochè totalmente nelle mani dei partiti stessi. Sarebbe come di dire che, in pratica ,coloro che noi dovremmo scegliere oggi si scelgono i da soli, non certo con i criteri che noi avremmo utilizzato (competenza, rappresentatività dei nostri territori) ma con criteri legati alle loro convenienze da bottegai della politica (conservazione dei “posti”, guerre fra “correnti” etc).

Se il mantra del “voto utile”, così come ce lo vorrebbero propinare, entrasse subdolamente nella testa degli elettori ci verrebbe artatamente limitata, o se vogliamo ancor più “mortificata”, anche l’ultima libertà concessaci: quella di scegliere serenamente almeno il partito, o l’aggregazione, che più ci convince. Non a caso le cronache raccontano che tale concetto di “voto utile” è un “mantra” anche di Putin, nel corso delle sue “democratiche” elezioni. Quest’ultima notazione ci consente di dire che anche la scheda “bianca” è un voto importante . Presentandosi alle urne, anche senza operare una scelta, l’elettore indica la sua volontà di non rinunciare al più importante diritto che la democrazia gli garantisce. In parole povere è un voto a favore della democrazia. un principio importante che il Paese affermi convintamente, in questo momento in cui i duri scontri internazionali hanno sullo sfondo le diversità fra due sistemi di governo: autoritarismo o democrazia .

Ma, come si dice, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Il buon Letta, nel momento che lanciava la storia del “voto utile”, si riteneva fra i possibili vincitori ma , subito dopo, rimasto senza il suo “perimetro allargato” , si doveva obbiettivamente rassegnare e, avendola fatta ancora una volta “fuori dal vaso”, lasciava tutto il presunto vantaggio della sua iniziativa nelle mani dell’avversaria Meloni ,la “predestinata”. La Giorgia, che per un po’ ne ha sornionamente gioito, oggi però sta a sua volta andando in “sbattimento” , dal momento che il Terzo Polo sembra venir ascoltato nel convincere gli elettori che il “voto utile “ al Paese è invece quello a suo favore, perché in grado di contenere una probabile vittoria del centrodestra che , se fosse strabordante, rischierebbe di far ricadere sul Paese tutte le contraddizioni e litigiosità che esistono evidentemente nella coalizione stessa. ​

Viene un po’ da sorridere osservando tutti questi boomerang mediatici che  tornano regolarmente sui denti di chi li ha lanciati, ma nel contempo  ci convincono sempre di più che votare è un diritto al quale non dobbiamo rinunciare, perché ogni nostro voto, checchè se ne dica,  è utile, se ci lascia  la coscienza di averlo meditato con la nostra testa .

bottini voto utile – MALPENSA24

Viene un po’ da sorridere osservando tutti questi boomerang mediatici che tornano regolarmente sui denti di chi li ha lanciati, ma nel contempo ci convincono sempre di più che votare è un diritto al quale non dobbiamo rinunciare, perchè ogni nostro voto, checchè se ne dica, è utile, se ci lascia la coscienza di averlo meditato con la nostra testa .