Il paziente 1 di Samarate, a casa dopo il Covid: «Tosta, ma con me esercito di eroi»

SAMARATE – Angelo, il paziente uno di Samarate dimesso dal reparto Covid dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate e tornato a casa prima di Pasqua, ha scritto una lettera al sindaco Enrico Puricelli per raccontare la sua esperienza, proprio domenica, nel giorno della Festa. Padre di due figli, con una moglie anch’ella positiva al Covid-19 anche se fortunatamente in modo leggero, ha potuto vivere «una Pasqua azzurra e limpida come non l’avevo vista mai» dopo aver affrontato la battaglia più dura in prima linea. «La vita è strana – confessa al sindaco, che conosce solo per la vicinanza che ha sentito nelle settimane del ricovero in ospedale – la malattia mi ha attaccato in modo feroce. Ma con me avevo un esercito di eroi, il personale dell’ospedale che dal primo saluto alle 5 del mattino fino alla sera alle 22 mi riservava una doccia di attenzione». Parole intense, che mostrano l’emergenza Coronavirus dal punto di vista di chi ne è uscito.

La lettera

…..caro Enrico Puricelli, sindaco di Samarate; la Vita è strana, non ci conosciamo ancora; eppure il senso di gratitudine nei tuoi confronti come per Yuri della Protezione Civile sono altissimi, per quello che, nei fatti, non a parole, avete fatto per la mia Famiglia, in un momento così difficile e delicato.

Siete stati sempre costantemente presenti e attivi e soprattutto concreti…..Solo ieri, nel tornare a casa, mia moglie mi ha comunicato, che mentre ero nella fase più delicata di questa malattia, che mi ha attaccato in modo davvero feroce, anche lei, per fortuna in modo lieve, ha scoperto di essere positiva e, gestire entrambe le cose ha significato passare davvero dei momenti tosti…

Semplifico ancora, con un enorme GRAZIE!!

Colgo l’occasione, troppo ghiotta per non farlo, per ringraziare tutto ma proprio TUTTO il personale dei reparti Covid 1/2/3 dell’ospedale di Gallarate, per l’amorevole cura che si sono presi di me, come di tutti i pazienti in carico. Che ci fosse, un tale senso di umanità, di dolcezza, di amorevolezza nei confronti del prossimo; per me era fantasia.

Dal primo saluto delle 5 del mattino, alla sera alle 22: una costante doccia di attenzioni, che fanno enorme piacere quando si sta bene, figuriamoci laddove c’è sofferenza….Una moltitudine di persone, che Ama e fa del proprio lavoro una missione; con poche pochissime parole e tanti fatti…Mi sono sentito un bebè, in mezzo a una coppia di sposini….Ogni piccola segnalazione, anche la più banale….non era banalizzata…..un esercito di tanti eroi .

Non ne ho conosciuti, dietro questi occhialoni e queste tute; talvolta neppure il volto, eppure…..Amore a volontà.

Lo dico soprattutto alle Famiglie di malati, che si trovano ancora oggi “oltre quel vetro”.., affinché possano avere un minimo sollievo, in momenti così difficili e bui. Purtroppo questa malattia realmente subdola, rende difficili anche le comunicazioni tra parenti e famiglie e impossibili i contatti. È fisiologico, che l’ansia cresca! Spero giunga loro, un minimo di conforto, attraverso questa mia testimonianza.

Abbraccio tutte queste anime, di infermieri, medici e paramedici; e Dio voglia che a “Corona Virus” terminato, non finiscano nell’ombra…..non sarebbe giusto: la sanità dovrebbe essere apolitica; e trovare, a prescindere dai colori di governo, un’unica “squadra”…

Un ultimo pensiero, va a oggi: Pasqua.

Durante la parte “dura” di questa mia esperienza, ho trovato nella Fede la forza di andare….avanti; soprattutto nei momenti di dolore e di paura.

In ogni stanza che mi ha ospitato, era presente un crocefisso; e, appena entravo, lo cercavo….era il mio gancio, verso la speranza….non mi sono MAI sentito solo, MAI.

Ringrazio quanti AMICI e conoscenti, hanno urlato con estrema compostezza, preghiere per me e la mia Famiglia….vi ringrazio uno a uno…..da soli non ce l’avremmo mai fatta…..da soli non si è nessuno. (e non sono io a dirlo…..)

Ringrazio la mia Famiglia d’origine……con una sola parola: UNICA!

Abbraccio con infinito Amore, tutte quelle anime che, a prescindere dall’età, non ce l’hanno fatta. Ho senso di tristezza che mi assale, quando penso a loro e alle loro Famiglie; e mi sento privilegiato, per aver avuto la GRANDE fortuna di poter….riabbracciare i miei cari…..Sono un uomo davvero fortunato!

Non per ultimo, ringrazio mio figlio “grande”, Gabriele; sì, perché oltre al piccolo di 7 anni, c’è anche lui di 23; per come ha saputo reggere, con fermezza e pacatezza, una prova così delicata.

Mi scuso se sono andato a tratti lungo e, ritorno nelle “camere” «»della riservatezza; è tempo di godere di una Pasqua, azzurra e limpida come non l’avevo vista mai!

Buona Vita a TUTTI, Angelo

samarate guarito covid lettera – MALPENSA24