Calano ricoveri e accessi al pronto soccorso. Ma i casi positivi non scendono

MILANO – I ricoveri in terapia intensiva sono in discesa da giorni, gli accessi al pronto soccorso sono tornati quasi ai livelli dell’ordinarietà pre-emergenza, ma il numero dei contagiati in rapporto ai tamponi effettuati ancora non si “schioda”. Oggi, 14 aprile, dopo il weekend lungo di Pasqua, altri 1.012 nuovi casi di positività su 3.778 tamponi effettuati (il 25% circa) mostrano come il trend, seppur discendente, del contagio non sia ancora così ripido come ci si aspetterebbe dopo un mese di lockdown. E così il contagio del Covid-19 continua a tenere la Lombardia sulle spine. Anche la provincia di Varese, che pur rimanendo tra le più “risparmiate” dal virus, con altri 102 contagi è tra quelle in cui la diffusione del contagio rallenta di meno.

Il bollettino aggiornato

Sale a 61.326 il numero di casi positivi al Coronavirus in Lombardia, in virtù dei 1.012 tamponi positivi registrati nelle ultime 24 ore. I ricoverati in terapia intensiva scendono a quota 1.122, altri 21 in meno rispetto a ieri, quando le persone dimesse dai reparti di rianimazione erano state 33. Tanto che «l’ospedale della Fiera fortunatamente non è servito a ricoverare centinaia e centinaia di persone in terapia intensiva – ammette l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera – di questo siamo contenti: vuol dire che oggi c’è un bisogno sanitario inferiore». Il numero di ricoverati in totale è di 12.077, con un incremento di sole 49 unità. Meno pesante, anche se non ancora confortante, il doloroso conto dei decessi, che sale a 11.142, di cui 241 nelle ultime 24 ore, mentre il giorno prima erano stati 280. Gallera parla di un «consolidamento positivo da giorni della situazione» e di «un dato che evidenzia i risultati dei grandi sforzi fatti da ognuno».

Tamponi, ancora non ci siamo

Ma il consigliere regionale varesino Samuele Astuti continua a contestare l’affidabilità del bollettino quotidiano di Regione Lombardia. «Oggi il numero di tamponi è scandalosamente basso, il che rende ancor più critico il fatto che il rapporto tra casi positivi e casi effettivi sia rimasto al 25%. Il tanto sbandierato aumento della capacità produttiva dei tamponi sembra essere poco efficace durante la settimana e decisamente insufficiente nel week-end (oggi infatti sono pubblicati gli esiti dei tamponi effettuati prevalentemente tra sabato, domenica e lunedì)». Fino a sabato 11 aprile ad esempio si era arrivati a quasi diecimila tamponi analizzati al giorno, che è il limite massimo di capacità dichiarata. Così, per Astuti, «l’andamento pressoché costante del numero di casi positivi negli ultimi giorni indica il passaggio a una fase di crescita costante (il cosiddetto plateau). Ci vorrà ancora tempo prima di vedere un’effettiva diminuzione. La battaglia non è ancora vinta».

I numeri nelle province

In pronto soccorso più “no Covid” che Covid

Un altro dato importante però è quello degli accessi ai pronto soccorso: Gallera ribadisce che «si è tornati a una situazione di quasi normalità. Ciò che ci dicono gli ospedali è che le persone che si presentano al pronto soccorso con patologie ordinarie, pazienti “no Covid”, è maggiore, anche in maniera significativa, rispetto a quelli Covid. E questo vuol dire che quello che abbiamo fatto ha prodotto un risultato». Ma non si può ancora abbassare la guardia. «Con questo virus ci dovremo convivere e gestirlo – conferma l’assessore – l’attenzione deve rimanere alta perché in qualunque momento può esserci una fiammata, un focolaio. Oggi la situazione di emergenza sanitaria gestita la stiamo gestendo e iniziamo a guardare alla ripresa della nostra quotidianità che sarà diversa».

Fake news sulla Fase Due

Ecco perché Regione Lombardia, che oggi ha visto insediarsi formalmente e iniziare i suoi lavori la commissione sulle RSA, per fare luce sul problema dei decessi in molte strutture per anziani della Lombardia, guarda con sempre maggior attenzione alla Fase 2. Dai test sierologici con prelievo ematico, al via dal 21 aprile, alla distribuzione sempre più capillare delle mascherine. Ai «3,85 milioni di pezzi distribuiti settimana scorsa», sottolinea l’assessore al bilancio Davide Caparini, se ne aggiungeranno presto «altri quattro milioni, di cui una quota sarà data ancora alle edicole del comune di Milano e a tutti i settori che hanno una funzione di pubblica utilità come aziende municipalizzate o quelle del trasporto pubblico locale, ma la maggior parte, oltre 3 milioni e 150mila, saranno distribuite alle Province che le daranno a loro volta ai Comuni». È invece una clamorosa «fake news in piena regola» la bozza che sta circolando in rete, su simil-carta intestata di Regione Lombardia, sul presunto piano per la ripartenza. «Documento infondato privo di costrutto» lo definisce Caparini.

lombardia contagio province ricoveri – MALPENSA24