Si fanno più tamponi, emergono altri contagi. Gallera: «La partita non è finita»

MILANO – «Non è assolutamente finita, non dobbiamo abbassare in nessun modo la guardia, non dobbiamo pensare che il peggio sia passato perché i dati non sono stabili e dobbiamo immaginare cosa arriverà dopo»: l’appello è dell’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, che alla vigilia di Pasqua commenta così i numeri aggiornati del contagio in Lombardia. Ancora più di 1.500 nuovi casi di positività, su un numero di tamponi sempre in crescita, oggi quasi 10.000 a cui se ne aggiungono altri 1.300 in fase di verifica. «I dati ci dicono che la partita non è finita, non rilassatevi – ribadisce Gallera – è vero che il trend è migliore di settimana scorsa ma non ci fa ancora stare tranquilli». Anche perché i dati sulla mobilità continuano a mostrare una crescita immotivata: ieri si è toccato il record del 41% di spostamenti in Lombardia rispetto all’epoca pre-emergenza.

Il bollettino del contagio

I tamponi positivi in Lombardia salgono a quota 57.592: oggi, 11 aprile, sono 1.544 in più rispetto a ieri, quando ne erano emersi 1.246. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 9.977, un numero che continua a crescere e che inevitabilmente si porta dietro anche un incremento delle positività, anche se la percentuale dei positivi rispetto al totale dei tamponi è stabile su numeri molto più bassi di quelli delle scorse settimane. I ricoveri in ospedale sono arrivati a 12.026, 149 più di ieri, mentre quelli in terapia intensiva continuano a scendere: oggi 1.174, 28 meno di ieri. «Ci sono dei ricoverati perché il virus gira ancora, ma probabilmente è meno forte. Quindi le persone che vengono ricoverate sono meno gravi e non richiedono le terapie intensive» sottolinea Gallera, invocando il rispetto delle distanze e l’uso delle mascherine. E un altro numero che non accenna a scendere, purtroppo, è quello dei decessi, arrivati a quota 10.511, altri 273, «un dato un po’ in crescita rispetto a ieri, anche se si è ridotto rispetto ai giorni scorsi».

I numeri sui territori

L’altalena dei contagi in provincia di Varese continua: dopo i 98 casi positivi di ieri, oggi il numero scende a 44, tra i più bassi in assoluto di giornata dopo quelli di Lecco e Sondrio. Ma sono le oscillazioni di Milano che continuano a preoccupare: oggi altri 520 contagiati in più, la metà in città. Una situazione che, per l’assessore Gallera, «necessita sempre una maggiore attenzione, perché la linea è sempre che un giorno scende e un giorno sale, non c’è una netta e decisa riduzione dei contagi a Milano».

La strategia: più tamponi

Tra le strategie per arginare definitivamente il contagio, Regione Lombardia è pronta anche ad «ampliare l’utilizzo dei tamponi e delle indagini anche attraverso questo nuovo kit sierologico fatto che viene effettuato non con la goccia di sangue ma con il prelievo ematico quindi in maniera molto più strutturata ed efficace» preannuncia Giulio Gallera. «Questo ci darà una potenza e capacità di tamponare molto più alta. Contiamo di arrivare a tamponare la maggior parte delle persone che sono anche al domicilio e quindi di dare una risposta più certa a tutti coloro che sono a casa e ci scrivono dicendo di non sapere se sono ancora infetti o se hanno contratto il virus».

I nuovi respiratori

Continuano anche le risposte sul fronte della prima linea. Oggi sono arrivati in Lombardia nuovi medici dalla Tunisia per l’ospedale della Fiera, ma anche 43 infermieri volontari reclutati dalla Protezione civile nazionale, da impiegare nei nostri ospedali. E per il futuro prossimo si spera molto nei nuovi respiratori frutto della collaborazione scientifica fatta tra Stati Uniti, Canada e Lombardia: «È un progetto estremamente innovativo che rivoluzionerà la produzione di respiratori – fa notare il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala – un nuovo tipo di respiratore che si produce in grande quantità e molto velocemente con costo molto inferiore ai respiratori di terapia intensiva e ai Cpap usati nei nostri ospedali. Sta per essere certificato dall’FDA americana, e un prototipo è anche al nostro Istituto Superiore di Sanità e al nostro comitato tecnico scientifico nazionale. È il risultato di uno sforzo fatto da un grande gruppo di scienziati, testato grazie all’università Bicocca anche al San Gerardo di Monza»

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