Il Pd di Busto rivendica le misure anticrisi: «Complementari a quelle del governo»

BUSTO ARSIZIO – Misure anticrisi, il PD rivendica il suo appoggio all’emendamento condiviso da tutte le forze politiche: «L’azione del Comune risulta ora più che mai complementare a quella del Governo e degli altri enti locali» afferma il segretario cittadino Paolo Pedotti. Un’opinione diametralmente opposta da quella della promotrice dell’iniziativa, la consigliera leghista Paola Reguzzoni, molto critica nei confronti del governo nazionale: ma in questi casi vale la massima di Confucio, «non importa il colore del gatto, purché acchiappi i topi». E pur essendosi astenuti al voto finale della delibera di variazione di bilancio, provocando l’ira del sindaco Emanuele Antonelli, i consiglieri Dem guidati dalla capogruppo Valentina Verga si dicono «soddisfatti del compromesso» raggiunto in sede di commissione bilancio, che ha portato all’«approvazione all’unanimità di uno stanziamento di risorse comunali in favore di misure economiche di contrasto alla crisi generata dall’epidemia Covid».

L’esonero Tari e Tasi alle imprese

«Fin dall’inizio abbiamo chiesto che il Comune introducesse provvedimenti urgenti che aiutassero i cittadini ad affrontare questo momento difficile e così abbiamo presentato una mozione per sospendere le imposte comunali, Imu, Tari e Tasi – ricorda la capogruppo PD Valentina Verga – il documento che è stato approvato rappresenta necessariamente un compromesso frutto del lavoro di tutte le forze politiche e quindi poteva essere diverso, sicuramente più completo, ma oggi è importante che ci sia». In particolare, la capogruppo dem elenca i contributi del PD al documento: «Le somme disponibili (1,5 milioni di avanzo di amministrazione) sono state indicate, mentre la bozza iniziale non prevedeva uno stanziamento concreto, e le misure previste coinvolgono tutte le categorie in difficoltà a seguito dell’emergenza: famiglie, attività produttive, professionisti, enti e associazioni, giovani e minori». In particolare, afferma Verga «siamo soddisfatti del capitolo su esonero e riduzione Tari e Tasi per le realtà produttive, che recepisce quasi integralmente le nostre richieste, dando modo alle attività produttive e alle realtà economiche di avere un po’ di ossigeno per ripartire».

Le criticità e le proposte

Non manca qualche criticità che può essere migliorata. La consigliera Cinzia Berutti aggiunge che «si poteva già stabilire una prima allocazione tra i capitoli per dare un peso specifico e quindi una chiarezza maggiore ai cittadini sulle decisioni assunte», anche perché intravede «il rischio di restringere troppo il campo rispetto alle necessità di chi usufruisce di ammortizzatori sociali in misura insufficiente e della misure di dilazione fiscale e di revisione dell’Irpef allo studio del Governo». Sui minori, Berutti è soddisfatta di quanto previsto e propone di declinarlo in «un intervento educativo diffuso con l’attivazione di luoghi per microinterventi (agenzie educative, società sportive, oratori) al fine di ottenere un duplice risultato, ovvero di dare opportunità di impiego post lezioni agli studenti e di insegnare ai minori l’importanza di applicare le norme di prevenzione sanitaria».

«Ora rivedere le spese»

«Un momento importante in una situazione straordinaria, dove l’azione del Comune risulta ora più che mai complementare a quella del Governo e degli altri enti locali – la sintesi del segretario cittadino Paolo Pedotti – è positivo lo stanziamento dell’avanzo di bilancio comunale sulla falsariga di quanto ha suggerito il Governo, mentre ci sono dubbi sull’effettiva disponibilità del fondo crediti dubbia esigibilità in quanto non ci risulta sia stato autorizzato dal Parlamento e quindi dal Governo che sta lavorando per reperire altri fondi per gli enti locali, attualmente ipotizzati in 3 miliardi per i Comuni». Pedotti auspica anche che «il Comune agisca per rivedere ulteriormente il proprio programma di spesa per reperire ulteriori risorse in maniera condivisa», così come all’indomani della Festa dell’Europa (e dell’accordo sul MES) «il Governo e il Parlamento agiscano per ottenere altri fondi dall’Unione Europea».

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