Manovra anticrisi, Reguzzoni (Lega) mira a 10 milioni accantonati: “Sforare le regole”

BUSTO ARSIZIO – «La manovra anti-crisi è un primo passo. Se servirà come movimento chiederò un ennesimo atto di coraggio al consiglio comunale: sforare le regole della contabilità pubblica per riprenderci i soldi che sono nostri ma che assurde normative ci impongono di tenere accantonati nei bilanci». Paola Reguzzoni, consigliere comunale della Lega e presidente della commissione bilancio, è stata la “mente” del maxi-emendamento anti-crisi condiviso da tutte le forze politiche e approvato oggi, 9 maggio, in consiglio comunale. E ora punta al “bottino” pieno, un tesoretto che ha quantificato indicativamente in 10-12 milioni, per concretizzare fino in fondo quel piano di aiuti e di sgravi fiscali a sostegno delle famiglie e delle imprese di Busto Arsizio che da più parti viene ritenuto necessario per tenere a galla chi fa più fatica al tempo dell’emergenza Covid-19.

La cassaforte di palazzo Gilardoni

«Non chiedo di fare buchi di bilancio – precisa Paola Reguzzoni – ma di spendere soldi che sono presenti nel bilancio del Comune, soldi nostri e dei cittadini di Busto, che una serie di regole assurde ci impongono di accantonare. Prendiamo quei 10-12 milioni del fondo crediti inesigibili e utilizziamoli per dare risposte concrete ai cittadini di Busto Arsizio che lavorano». Quelli a cui l’esponente leghista, già candidata alle primarie del centrodestra contro Antonelli nel 2016, ha voluto guardare già sollecitando la “manovra” anti-crisi. «Chi non demorde e ogni mattina tira su la saracinesca, che sia sceso in piazza oppure no» li ha definiti Reguzzoni, riferendosi al flash mob di sette giorni fa in piazza Santa Maria. Le misure varate oggi in consiglio, infatti, sono «solo un primo passo – chiarisce la consigliera leghista, tirando una stilettata al governo nazionale – in attesa che altri ne facciano, visto che fino ad ora di soldi sul territorio non se n’è vista neanche l’ombra. Ma nell’eventualità di aiuti inconsistenti da Roma, chiederò ufficialmente una presa di responsabilità del consiglio comunale, un atto collegiale, che voti lo sforamento degli equilibri di bilancio. I nostri cittadini meritano atti di coraggio».

Gli accantonamenti

E l’idea di Paola Reguzzoni non è nuova, visto che in altre forme e in altri tempi l’aveva già proposta quando era sindaco Gigi Farioli. Allora si trattava di sforare il patto di stabilità, quel complesso meccanismo di vincoli ai pagamenti che fissava un tetto alle spese dei comuni, indipendentemente dal fatto che in bilancio quelle risorse ci fossero e fossero disponibili. Oggi i vincoli da “aggredire” sono gli accantonamenti obbligati per legge, come ad esempio il fondo crediti di dubbia esigibilità, che impone agli enti locali di tenere da parte delle risorse che sono a bilancio e di non spenderle per precauzione. In parte la manovra varata in consiglio con l’emendamento attinge già a quel fondo, per 1,6 milioni di euro, ma la sua entità è di molto superiore. Ed è già finito nel mirino di Anci, il “sindacato” dei sindaci che ha chiesto il governo di poterlo dimezzare. Del resto Busto ha in cassa circa 10 milioni di euro, e quindi non avrebbe difficoltà a mettere mano al “tesoretto” degli accantonamenti, grazie al quale si potrebbero sgravare tributi e immaginare interventi straordinari a favore dei commercianti, degli artigiani, delle mamme che lavorano, delle famiglie in difficoltà. Anche il sindaco Antonelli nella conferenza stampa di presentazione della manovra aveva ipotizzato un intervento anticrisi ben più consistente dei 5 milioni stimati, ora c’è da capire se la maggioranza potrà convergere su un’idea così “rivoluzionaria”.

busto reguzzoni tesoretto vincoli – MALPENSA24