Il questore Petronzi inaugura a Legnano il monumento ai Caduti della Polizia

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LEGNANO – «Abbiamo il dovere morale di mostrare che il loro sacrificio non è stato inutile, né dimenticato». Con queste parole Antonio Cortese, a capo della sezione legnanese dell’Associazione nazionale Polizia di Stato e presidente di Associarma, ha preso parte oggi, martedì 21 settembre, all’inaugurazione del monumento ai Caduti della Polizia morti nell’adempimento del proprio dovere. Il monumento, ricavato da alcuni pezzi di granito trovati in un terreno e messi a disposizione dal proprietario, è in via Gilardelli presso il commissariato. Presenti alla cerimonia il questore d Milano, Giuseppe Petronzi (nella foto), i vertici cittadini di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale e Vigili del Fuoco, rappresentanze dell’Anps di Legnano, Lainate e Magenta e delle associazioni combattentistiche e d’arma (bersaglieri, granatieri, carristi e invalidi di guerra).

Il cappellano della Polizia di Stato delle Questure di Milano e Monza-Brianza, don Gianluca Bernardini, ha benedetto il monumento e l’ispettore del commissariato legnanese Claudia Gaetani ha letto la preghiera a San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato. Presente anche l’ex prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, figlio di Ignazio Tronca, dirigente del commissariato dal 1972 al 1977 a cui è dedicata la sezione di legnano dell’Anps.

«Abbiamo il dovere della memoria»

«Mi avete commosso – ha detto il sindaco, Lorenzo Radice, che ha rinunciato a leggere il suo discorso scritto e preferito parlare a braccio – Ringrazio le forze dell’ordine per la collaborazione che danno a me e a tutta la città di legnano. Stiamo vivendo un momento particolare e, come ha detto Tronca, servono cose semplici, ma per farle occorre la collaborazione e la fiducia fra tutte le istituzioni. La memoria è fondamentale: senza. saremmo stritolati intorno a un presente che non ci fa capire il nostro passato, che cosa stiamo facendo e dove dobbiamo andare. La libertà di oggi è frutto del sacrificio di tante persone che hanno onorato la nostra bandiera».

Anche Petronzi ha dedicato qualche parola alla memoria: «Un esercizio – ha detto – che rischia di cadere nella retorica; per evitarlo, basta ricorrere al concetto che la memoria non dev’essere individuale, ma va resa collettiva come stiamo facendo con questo simbolo del ricordo che ci accompagnerà e ci sarà anche per chi verrà dopo di noi. Dobbiamo avere la visione della nostra missione e la missione della visione, come cittadini e come rappresentanti delle istituzioni. Sappiamo di avere istituzioni forti, che affrontano i problemi. Molte volte – ha concluso il questore di Milano – si cade non in gesti eroici, ma nella quotidianità del servizio».

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