Il sindaco Ielo: «Almeno 8 morti per il Covid a Rescaldina. State a casa»

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RESCALDINA – Sono «almeno 8» i deceduti a causa del Covid-19 a Rescaldina. Lo ha comunicato nella serata di ieri, lunedì 9 novembre, il sindaco, Gilles Ielo, colpito lui stesso da un lutto familiare, la perdita del nonno. «In questo giorno – ha scritto Ielo – particolarmente triste e doloroso per la mia famiglia, ancor più sentito e accorato l’appello affinché adottiate le misure di contrasto alla propagazione del virus. Prima di tutto: limitare gli spostamenti e le attività a quelle strettamente necessarie».

«Coinvolti più di 500 cittadini»

A detta del sindaco, «non vi sono gravi situazioni e in linea generale la maggior parte dei rescaldesi e rescaldinesi stanno rispettando le prescrizioni, ma non è ancora abbastanza. Dall’ultimo aggiornamento di mercoledì scorso, ai nuovi 10 contagi registrati fino a venerdì, si sono aggiunti altri 40 casi nel fine settimana. Siamo a 162 con almeno il triplo di contatti stretti e casi clinici, quindi dobbiamo considerare più di 500 cittadini coinvolti. Amaramente – ha aggiunto Ielo – devo constatare che i deceduti sono molti di più di quelli comunicati e registrati dal portale Ats: 1 ufficialmente, ma almeno 8 quelli di cui sono venuto a conoscenza con contatti diretti con famigliari, medici e operatori delle pompe funebri».

Appello nella Messa per il 4 Novembre

Nel corso della Santa Messa per la celebrazione dell’Unità nazionale e delle Forze armate, il primo cittadino di Rescaldina ha sottolineato come «il rispetto delle prescrizioni vigenti non deve avvenire per timore di essere sanzionati, in quanto gli agenti non sono alla ricerca di trasgressori, piuttosto sono molto impegnati a svolgere le procedure ordinarie con l’aggravio dei numerosi quotidiani controlli da effettuare relativi agli isolamenti. Bisogna stare a casa – ha ribadito – per senso civico e rispetto del prossimo e della comunità in cui viviamo. Bisogna stare a casa per rallentare la curva dei contagi e far diminuire i ricoveri nelle strutture ospedaliere, ormai al collasso. Bisogna stare a casa per dare modo ai malati, non solo quelli coinvolti dal Covid, di ricevere le opportune cure che oggi, quando possibili, diventano difficili e complicate per tutte le misure di sicurezza da adottare. Bisogna stare a casa per rispetto dei nostri anziani, i soggetti più fragili in questo contesto, che rischiano di non poter essere assistiti in modo opportuno. Bisogna stare a casa perché, in caso di lutto, non vi è cosa più straziante di non poter dare conforto ai propri cari con un abbraccio. Bisogna stare a casa perché solo se ogni singolo cittadino farà la propria parte, la nostra comunità riuscirà a superare questo triste momento, limitando le sofferenze a cui molti oggi sono costretti».

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