Il Sole nel Cuore scalda i profughi ucraini. A Legnano in 8 alla Casa della Carità

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LEGNANO – Ci sono tre generazioni della stessa famiglia: nonna, mamma e un bimbo di 11 anni. Una ventenne avvocata con la madre psicologa. Ancora, una stilista di moda di 28 anni e pure un gatto, l’unico di cui pubblichiamo la fotografia (sotto). Sono i profughi ucraini ospitati a Legnano al piano superiore della Casa della Carità aperta presso la parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù (nelle altre foto), conosciuta soprattutto per la mensa dei poveri. In tutto 10 posti, attualmente occupati da 8 profughi, tutte donne (tranne il minore) e due disponibili per emergenze dell’ultimo minuto.

Uno spazio tranquillo e accogliente, per chi è fuggito dalla guerra lasciando magari i familiari a combattere. Come la giovane stilista, che ha il marito soldato nell’inferno di Mariupol’. E l’avvocata, che al fronte ha la sorella. «Abbiamo pensato prima di tutto a far sentire loro un po’ di calore umano – spiega a Malpensa24 Valeria Vanossi, presidente dell’associazione Il Sole nel Cuore, che ha allestito il centro di accoglienza – La maggior parte di loro vorrebbe tornare al proprio Paese, ma fino a quando saranno qui dovranno essere assistite per ogni necessità».

Centro allestito grazie alle donazioni

Il centro alla Casa della Carità è stato preparato in soli due giorni alla fine di marzo, con letti e separè, senza chiedere contributi ma facendo leva sul buon cuore di volontari, cittadini e aziende locali. «Non chiediamo soldi a nessuno, come non diciamo no a nessuno che vuole dare un contributo – tiene a sottolineare Vanossi – Semplicemente, indichiamo quello che serve e chi vuole ce lo procura». È così che in quattro e quattr’otto sono saltati fuori i letti completi di materassi, regalati da un’azienda che ha voluto restare anonima ma i cui titolari si sono detti contenti «perché abbiamo visto dov’è andato quello che abbiamo offerto».

Lo stesso per la lavatrice donata dalla Barni Carlo Elettrodomestici di Busto Garolfo, per l’asciugatrice e la televisione dalla concessionaria Fratelli Cozzi di Legnano, per i 100 teli da bagno e altrettanti asciugamani per il viso dalla famiglia Tognoni (titolare dell’atelier Idea Sposa) e i lenzuoli, coprimaterassi, piumoni da un gruppo di amiche che ha permesso alle profughe arrivate a Legnano, parola loro, di dormire per la prima volta in un letto decente dopo giorni di viaggio.

Vanossi: «Tanti servizi, ma innanzitutto calore umano»

Il Sole nel Cuore unisce la buona volontà alla trasparenza: anche per questo non raccoglie fondi, ma soddisfa ogni necessità “in natura”, attraverso beni materiali o prestazioni gratuite di professionisti. Come un mediatore culturale, una psicologa, una ventina di dentisti e odontoiatri, un medico per le piccole urgenze e perfino un veterinario (per il gatto). Tutti disposti a fare la loro parte gratuitamente. «Ma qui c’è innanzitutto calore, c’è umanità – rimarca Valeria Vanossi – Loro mi ringraziano, ma per la nostra associazione era doveroso, direi automatico mettersi a disposizione».

Una trentina di volontari del Sole nel Cuore (sui 70 dell’associazione), insieme ai parrocchiani e altri cittadini, viene incontro ai bisogni quotidiani, come accompagnare dal medico o a un esame clinico, procurare medicine, alimentari e vestiti adeguati alla stagione: chi è scappato dalle bombe è arrivato con gli abiti invernali e presto dovrà cambiarli. All’arrivo, alle profughe ucraine è stato chiesto di compilare una scheda su eventuali patologie, cure in corso, allergie, intolleranze alimentari. C’è chi ha portato la più giovane di loro un giorno in montagna, altri si stanno organizzando per far trascorrere la Pasqua sui laghi. E tra un’uscita e l’altra, le profighe hanno avuto modo di toccare con mano la solidarietà che le circonda.

Ad esempio l’altro giorno, ci racconta sempre Vanossi, due di loro sono state accompagnate dal medico e lasciate in una pasticceria del centro per il tempo di acquistare in farmacia le medicine prescritte. Quando si sono resi conti di chi erano quelle due clienti, i titolari del locale hanno offerto loro la colazione. «Il Sole nel Cuore sta assistendo anche altri profughi. Fin dallo scoppio della guerra, in molti ci hanno chiamato per sapere che cosa avremmo fatto e come avrebbero potuto sostenerci. Non sappiamo per quanto tempo – conclude la presidente dell’associazione – ma di certo il nostro impegno continuerà fino a quando sarà necessario».

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