Impianto Forsu di Legnano, proteste ambientaliste senza fondamento

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Spettabile Redazione,

intendiamo aggiornare i lettori in merito allo stato dell’arte del cantiere di via Novara a Legnano ove è in corso la realizzazione del cosiddetto impianto Forsu, termine con il quale da tempo si è identificata la struttura destinata a trattare la frazione umida dei rifiuti domestici per ricavarne biometano e fertilizzante (nella foto, in primo piano, la fossa per lo stoccaggio del rifiuto e, sullo sfondo, il digestore).

Partiti il 6 luglio scorso, i lavori sono proceduti di gran lena nei mesi successivi, nonostante l’arrivo dell’inverno e di condizioni climatiche impegnative, tenuto conto del fatto che il cantiere è caratterizzato da attività svolte prevalentemente all’aperto. Attualmente i lavori sono in fase avanzata nelle sezioni dell’impianto destinate alla maturazione del compost: ultimate le principali opere edili, ha già preso avvio la posa di alcuni impianti.

Un discorso a parte merita il digestore anaerobico, cuore di tutta la struttura: dopo la costruzione dell’involucro in muratura, tecnici altamente qualificati hanno assemblato la componentistica interna in acciaio e, a breve, si terranno le prove di tenuta per verificare la bontà dei lavori eseguiti.

Visto e considerato che il cronoprogramma del cantiere prevede la conclusione dei lavori alla fine del corrente anno, è lecito ritenere che, salvo intoppi, i primi conferimenti dei rifiuti potranno avvenire all’inizio del 2022. Con l’avvio dell’impianto si potranno, quindi, concretizzare quegli obiettivi ambientali e di sostenibilità che sottendono questa iniziativa: produzione di biometano quale fonte di energia sostenibile e di compost di qualità, minimizzare l’impatto ambientale nella logistica della gestione dei rifiuti, ridurre i costi di trattamento della frazione organica dei rifiuti di oltre il 25%, rispetto alle quotazioni di mercato.

Nei giorni scorsi è comparso un comunicato, a firma di alcuni tecnici ambientalisti, che hanno avanzato dubbi sul costruendo impianto e, in tutta franchezza, Amga Legnano S.p.A. desidera dissipare gli stessi, auspicando possibilmente per il futuro che, all’insorgere di legittime perplessità, ci si possa confrontare ad un tavolo al fine di informare compiutamente lettori e cittadini. Si pone, infatti, un problema di corretta comunicazione: chi è impegnato quotidianamente nella gestione, progettazione e realizzazione di infrastrutture e servizi ambientali deve “correttamente” accompagnare il proprio agire con la competenza, sottoporsi a controlli, talvolta anche ridondanti (la famosa burocrazia), assumersi responsabilità importanti e così via. Non ci sembra che i presìdi di garanzia di serietà vengano applicati al settore della protesta ambientalista.

Forse si darebbe un importante contributo alla costruzione di un dibattito più corretto se ci fosse un filtro comunicativo in grado di selezionare gli annunci e le “grida”, dalle giuste e costruttive critiche e arrivare a non dare troppa “cittadinanza” alle prime.

Nel comunicato in questione si afferma, ad esempio, che relativamente agli scrubbers, adibiti al pretrattamento delle emissioni prima che giungano al biofiltro, non sono specificati i dati tecnici. La cosa non corrisponde alla realtà, in quanto nella documentazione allegata al progetto, autorizzato dalla Città Metropolitana di Milano, è presente una scheda che, oltre a fornire la descrizione di tali dispositivi, ne specifica le caratteristiche tecniche.

Altro dubbio sollevato è inerente i presunti copiosi reflui, misti a liquami della frazione organica, che gli impianti di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche e di processo si troveranno a scaricare. Ebbene, premesso che l’obiettivo della gestione delle acque meteoriche e di processo è quello di massimizzare il loro riutilizzo e recupero all’interno dell’impianto, giova precisare che dalla documentazione tecnica del progetto autorizzato emerge chiaramente come in seno alla struttura non vi sia alcuna miscelazione delle acque meteoriche con quelle di processo.

Nel comunicato degli ambientalisti si paventa, inoltre, il rischio di esplosioni dovute al presunto stoccaggio di biometano. Il progetto che, in realtà, non prevede alcun sistema di stoccaggio, è stato attentamente esaminato dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco che, successivamente all’istruttoria, ha rilasciato parere di conformità.

Ultimo dubbio, quello relativo all’aumento del traffico pesante che l’impianto Forsu comporterà: come riportato nella documentazione tecnica a corredo del progetto autorizzato, i flussi veicolari generati dall’impianto, una volta in esercizio, comporteranno un incremento di transiti dell’1% rispetto a quelli attuali.

Tutte le informazioni e i dati sopra riportati sono contenuti nella documentazione tecnica e progettuale allegata all’autorizzazione alla costruzione ed esercizio rilasciata dalla Città Metropolitana di Milano nell’agosto 2019, dopo un lungo percorso di analisi e verifica svolto, in conferenza dei servizi, unitamente a tutti gli Enti preposti e interessati dall’ intervento (Amministrazioni comunali, Arpa, Ats, Ato del Ciclo idrico integrato, Sovrintendenza ai Beni culturali ecc.).

Tanto era dovuto per una corretta informazione.

Amga

Legnano

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