Rifiuti, nuove critiche all’impianto di Legnano dopo le puzze ad Albairate

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LEGNANO – Odori sgradevoli dall’impianto di compostaggio dei rifiuti umidi ad Albairate, alle porte di Abbiategrasso. Dopo le ripetute lamentele dei cittadini, il Comune ha segnalato il problema all’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e alla Città Metropolitana di Milano. A Legnano la lista La Sinistra-Legnano in Comune teme che lo stesso possa succedere per l’analogo impianto in costruzione in via Novara e rilancia pertanto le perplessità già espresse in passato. «Le recenti notizie su ciò che sta accadendo ad Albairate – lamenta la lista che candida a sindaco Lucia Bertolini – dove il biodigestore di rifiuti umidi sta ammorbando l’aria respirata dai cittadini senza che si riesca a trovare una soluzione al problema, ci sollecitano a ritornare sull’argomento dell’impianto che sta sorgendo a Legnano (nella foto, come sarà, nda). L’impianto di Albairate è infatti simile a quello in costruzione nella nostra città, differendo per l’utilizzo finale del biogas prodotto, che a Legnano sarà raffinato a biometano».

«Soluzione insalubre e pericolosa»

Il processo di digestione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani è in entrambi i casi di tipo anaerobico, il che comporta la perdita del carbonio organico. Il digestato prodotto dev’essere successivamente ritrattato con aggiunta di scarti verdi per ottenere un “compost” ammesso in agricoltura. Per la Sinistra «questo tipo di impianti, sempre più diffusi grazie a una redditività che proviene dagli incentivi statali che li premiano, non sono né ecologici né ambientalmente sostenibili, oltre ad essere pericolosi tanto da essere classificati come industria insalubre di 1.a categoria. Da sempre ci siamo opposti con tutte le nostre forze all’impianto di via Novara, insieme al Comitato No Biogas, al Laboratorio di Quartiere Mazzafame e al Gruppo Quartiere San Paolo, nel silenzio delle altre forze politiche e di tutti gli amministratori legnanesi, indicando le alternative a un progetto che mette a rischio anche la salute dei cittadini. Anche a Legnano può succedere quello che sta accadendo ad Albairate».

«No al “partito” degli affari»

La Sinistra-Legnano in Comune ricorda infine come in Toscana sia nata una rete nazionale dei Comitati No Biodigestore, con l’obiettivo di unificare le lotte condotte in tutta Italia, anche con l’appoggio di sindaci e amministratori locali «più avvertiti di quelli legnanesi contro il “partito unico degli affari” che sostiene in maniera trasversale in tutto il territorio nazionale questi impianti acchiappa soldi pubblici, e per una gestione corretta e sostenibile dei rifiuti, che deve necessariamente partire dalla loro riduzione per proseguire con una filiera di riuso, recupero dei materiali e riciclo che riducano al minimo la quota residua. Intanto però a Legnano l’impianto è in costruzione e ce lo dovremo tenere per un bel po’».

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